FERDINANDO VINACCIA: DA TRE GENERAZIONI IN DIFESA DEL LIMONE DI SORRENTO

FERDINANDO VINACCIA: DA TRE GENERAZIONI IN DIFESA DEL LIMONE DI SORRENTO
I nonni di Ferdinando si conoscevano perché coltivavano limoni nella penisola sorrentina, i genitori si sono innamorati fra quelle terrazze sul mare e hanno costituito agli inizi degli anni ’60 “La Costiera” che oggi rappresenta la punta di diamante nella valorizzazione di questo storico prodotto insignito della IGP nel 2000, ma conosciuto dall’epoca romana e di cui se ne hanno testimonianze già a Pompei. Su un’area di 3.500 mq si sviluppa la struttura di confezionamento dell’azienda, che nei suoi 2.000 mq coperti può lavorare fino a 30 tonnellate al giorno delle 600 che può stoccare, con macchinari allo stato dell’arte e tutte le più importanti certificazioni richieste dal sistema distributivo nazionale e internazionale. Appena si entra domina il profumo del limone, mentre fa bella mostra di se per gran parte dell’anno l’IGP di Sorrento che costituisce il fiore all’occhiello dell’azienda nelle sue ricercate confezioni con tanto di foglia e paglia. Ne vengono lavorate 1.000 tonnellate all’anno circa – da febbraio inoltrato a ottobre – mentre il volume complessivo di limone confezionato è dell’ordine delle 9.500 tonnellate, di cui il 25-30% d’importazione per garantire continuità ai clienti, per un giro di affari di circa 10 milioni di Euro.



Il segreto del limone di Sorrento è nella natura del terreno e nell’esposizione della penisola sorrentina, che garantisce estati fresche che permettono un limone di buona qualità anche quando fa caldo, mentre sul fronte dell’apporto dell’uomo va citata la tecnica di coltivazione adottata che prevede la costruzione del “pergolato sorrentino” per proteggere il prodotto dal freddo invernale e una raccolta scalare in più passaggi per avere a lungo una raccolta della prima fioritura. Di tutto questo è custode Ferdinando Vinaccia, il titolare dell’impresa, che con passione tramanda le esperienze di tre generazioni al servizio dell’agrumicoltura, limone e cedro in testa, con una piccola digressione sulla noce della varietà Sorrento, di cui cura ancora la commercializzazione e, solo per pochi, la produzione per il consumo da fresco.




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