Decreto Flussi, per l'agricoltura non vale il "prima gli italiani"

Lo specifica Magrini (Coldiretti): «Pronti a chiedere un'altra norma se serve»

Decreto Flussi, per l'agricoltura non vale il "prima gli italiani"

Non serve la verifica della disponibilità di lavoratori italiani prima di presentare la domanda per richiedere manodopera extra comunitaria in agricoltura. La buona notizia arriva da Romano Magrini, responsabile del lavoro e relazioni sindacali di Coldiretti, che abbiamo interpellato per fare luce sul Decreto Flussi e, in particolare, su quello che sembrava un ulteriore rallentamento burocratico per una pratica già poco snella e celere di suo. Inoltre, se la richiesta di manodopera sarà di gran lunga superiore al personale stagionale che potrà arrivare, Coldiretti assicura che si mobiliterà per chiedere che venga emanato un nuovo decreto. 

“La novità introdotta quest’anno dal governo Meloni che prevede che il produttore interessato abbia prima verificato presso il centro per l’impiego la disponibilità di lavoratori già sul territorio nazionale prima di assumere lavoratori non comunitari non è valida per i lavoratori stagionali previsti in agricoltura– chiarisce Magrini a IFN -. La norma che rischiava di trasformarsi in un appesantimento burocratico per le imprese costrette a fare i conti con le esigenze di tempestività si è fatto luce che non vale per il settore agricolo e questa è una notizia di non poco conto”.
 

Come vi avevamo già raccontato (clicca qui per leggere l’articolo) quest’anno sono previsti 13mila arrivi in più rispetto allo scorso anno. Da 69.700 a 82.705, ma quelli impiegati in agricoltura saranno 44mila, quindi solo 2mila in più rispetto al 2022. Numeri che non riescono a fronteggiare l’emergenza manodopera se si replicherà la stessa situazione dello scorso anno, quando da una stima di Coldiretti a maggio risultavano mancare 100mila lavoratori. 
 

“Sicuramente è un segnale positivo l’aumento del numero dei lavoratori – commenta Magrini – ma ci aspettavamo numeri più importanti per gli stagionali. Probabilmente il governo insediatosi ad ottobre non ha avuto il tempo per monitorare la questione, ma rimane la possibilità di emanare un nuovo decreto flussi. Anche se non è mai stato fatto prima, la legge lo prevede e noi saremo i primi a chiederlo se sarà necessario”.

Tutto dipende dalle domande che verranno presentate a partire dal 27 marzo, considerato il click day. “Utilizzeremo questi giorni per reperire le informazioni necessarie a poter presentare i documenti che servono per inoltrare la domanda e poi vedremo cosa accadrà. Speriamo - conclude - che in tempi ragionevoli, quindi nell’arco di 30-40 giorni si possano far entrare i lavoratori stagionali, anche se per certe attività sarà già tardi”.