Le cifre in libertà sui rincari alla fine danneggiano tutti

Generalizzare su argomenti tecnici e delicati non fa che aumentare la confusione

Le cifre in libertà sui rincari alla fine danneggiano tutti

Riprendendo l’articolo sui presunti rincari del 300% che si consumerebbero lungo la filiera dell’ortofrutta che trovate in apertura della Newsletter di oggi (link alla news), per prima cosa lamento che – come al solito - mancano le fonti e la metodologia, informazioni che sono tanto importanti quanto i risultati, visto che li condizionano profondamente. Ma pur soprassedendo sui dettagli anche il succo del ragionamento del comunicato non va (link alla news).

Prima di tutto parlare di rincari fra un prodotto ortofrutticolo ai cancelli dell’azienda e, poi, sul banco del supermercato è fuorviante perché induce a ritenere che – visto che non subisce trasformazioni di forma e contenuto – l’incremento di valore vada solo ad arricchire chi si frappone fra produzione e consumatore. In realtà, proprio il mantenimento della freschezza, la classificazione della qualità, il confezionamento e la logistica per portarlo fino allo scaffale del negozio oggi costano di più dell’incremento di prezzo generato e, proprio per questo, generano tensione sull’intera filiera che fatica a riversare al cliente finale i suoi maggiori costi.

In secondo luogo, quando si parla – ad esempio – di mele, si indica un prezzo alla produzione di 43 centesimi e uno finale di 2,33 euro al kg. Quest’ultimo prezzo non è certo quello medio delle mele sulle insegne della distribuzione nazionale in questo periodo. Questo valore si aggira infatti intorno a 1,75 euro, secondo le elaborazioni che facciamo come Monitor Ortofrutta sulla base dei dati scanner rilevati da IRI su super e ipermercati; certo vi sono prodotti con quotazioni sopra i due euro, per lo più calibri elevati, come l’80-85, oppure mele particolari, come quelle di marca o club. Sarebbe utile capire di cosa stiamo parlando, anche con riferimento alle modalità di confezionamento, per dare poi un senso al prezzo ottenuto dai produttori.

Pensate che, dalle analisi dei costi espliciti effettuate dalla nostra Think Fresh Academy su un campione di confezionatori, emerge che una vaschetta per 4 frutti in cartoncino con un film wrap e relativa etichetta incide ora oltre 20 centesimi al kg per i soli materiali. Ma pur senza questi importanti elementi, di certo una mela venduta a 2,33 al kg non remunera un produttore con 43 centesimi. 

Tutto considerato, difficilmente il produttore avrà realizzato meno di 60-70 centesimi per un prodotto quotato al consumo 2,33 euro. In ogni caso per capire come si arrivi a questa quotazione al consumo occorre tener conto che al prezzo pagato al produttore occorre aggiungere almeno 50-60 centesimi, che possono diventare 70-80 se si tratta di prodotto confezionato, come puri costi di gestione del prodotto nella fase di conservazione, condizionamento, confezionamento e logistica fino al Centro di Distribuzione dei retailers. A questi, poi, va sommato circa altrettanto per i costi diretti di gestione del prodotto fra CEDI e punto di vendita, oltre a 9 centesimi di IVA e altrettanti di calo peso e sfridi, soprattutto se si tratta di un prodotto venduto sfuso. I costi indiretti, come spese legate all’amministrazione e alla guardiania, possono pesare nel complesso della filiera altri 7-10 centesimi.

Senza informazioni più dettagliate non si può essere più precisi ma il range fra i valori minimi e massimi rilevati dalle analisi della Think Fresh Academy su tempi e metodi su imprese di produzione e distribuzione, fanno comunque ben capire che nella filiera delle mele non si generano chissà quali indebiti guadagni malgrado, fra quelle frutticole, sia certo la più organizzata ed efficiente.

In realtà, a nostro avviso, è venuto il momento di abbandonare le analisi sommarie su sistemi complessi che, anziché indicare soluzioni, per lo più generano ulteriore confusione. È l’ora di avere riferimenti tecnici precisi e tempestivi, da fonti indipendenti, che permettano di orientare i valori in gioco oltre i soli rapporti di forza fra acquirente e venditore. Questo stiamo tentando di fare come Agroter con la partnership in corso con ISMEA e ve ne daremo qualche ulteriore approfondimento nel corso della presentazione dello Speciale Frutta e Verdura il prossimo 30 novembre (clicca qui per visitare il sito dedicato)