Carciofo: persi 14 mila ettari, consumi in contrazione

Marco Lotta (Agricola Campidanese): comunicazione e servizio per il rilancio

Carciofo: persi 14 mila ettari, consumi in contrazione

Il carciofo è un prodotto che non attira particolarmente le giovani generazioni, lo sappiamo. Il consumatore tipo è in là con gli anni e lo sarà sempre più se non si interviene, anche perché non è detto che invertire la tendenza sia impossibile. I produttori non devono gettare la spugna, ma cercare di interpretare al meglio i gusti dei clienti di domani, per dare nuova linfa all’ortaggio invernale per definizione. anche se dall’inizio di questa campagna è stato in altalena, prima con sovrapproduzione, che ha portato i prezzi raso terra, poi - improvvisamente - sopra un euro a capolino a causa del gelo che ha colpito la Sardegna una decina di giorni fa. 

I dati IRI sulle vendite del carciofo di Iper+Super elaborati dal Monitor Ortofrutta Agroter confermano che nell'ultimo trimestre del 2022, il totale delle vendite a valore sia calato del 10% rispetto al 2021 ma aumentato a volume del 18,1%. Questo conferma che si è venduto di più ma a prezzi più bassi. Nelle ultime settimane il mercato ha dimostrato di essere schizofrenico, governato solo dall’offerta. I mercati hanno infatti visto oscillazioni importanti nei prezzi. Il mercuriale del Caat di Torino mostrava a inizio gennaio carciofi varietà Tema venduti tra i 20 e i 25 centesimi a capolino mentre il listino del 27 gennaio vedeva una forbice fra i 45 e i 50 centesimi a capolino, facendo aumentare quindi il prezzo del 100%. La domanda complessiva tende però al ribasso, con un meno 6% dal 2019, anche perché negli ultimi tredici anni le superfici sono passate da 50mila ettari del 2010 a poco più di 36mila di questa campagna, determinando una perdita di un terzo della produzione. 

Abbiamo affrontato il discorso con Marco Lotta, responsabile commerciale e logistica di Agricola Campidanese, l’Op sarda che grazie ai soci produttori conta 250 ettari di carciofi. 
 

Lotta, come si possono invogliare i giovani all’acquisto di questa referenza?  
“Secondo me una strada da provare a percorrere è intervenire sia a livello di marketing che di riposizionamento del prodotto nel punto vendita, per trasformare il carciofo in un prodotto servizio”.
 

Sappiamo però che il carciofo non si presta bene alla IV gamma…  
“Per sua struttura molecolare tende ad annerire una volta tagliato. Non perde le proprie qualità organolettiche ma non è piacevole da vedere. Se si riuscisse a risolvere questo problema, il carciofo conoscerebbe una nuova stagione perché invertirebbe la tendenza attuale di riduzione dei consumi. Un’altra alternativa è nella V gamma. È un’altra strada praticabile e da continuare ad esplorare. Quello che conta è riuscire ad abbattere i tempi di pulitura e cottura. Più il prodotto diventa semplice e più la vendita è agevolata”.
 

Spesso si sottovaluta il potere della comunicazione. Cosa si può fare a riguardo?
Si può informare il consumatore finale su ricette metodi di cottura, ad esempio. Agricola Campidanese lo fa già attraverso un Qr Code applicato nella confezione del prodotto. Un’altra opzione è il cross merchandising, come la nostra idea di unire l’offerta del carciofo con l’olio extra vergine di oliva e la bottarga di muggine, un mix di successo che proponiamo da ormai tre anni.
 

Puntare a nuove varietà che abbiano un sapore che vada maggiormente incontro al gusto dei giovani può essere un’altra alternativa possibile?
“Le case sementiere seguono il mercato. Se questo non è movimentato non sono interessate nemmeno loro a investire nella ricerca e si concentrano su referenze che generano più vendite, quindi  - nell'immediato - non la vedo una via praticabile”.  

Nell’ultimo trimestre del 2022, dai dati elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter risulta che le vendite in Gdo del carciofo a peso imposto siano aumentate del 7% rispetto al 2021. Perché secondo lei?
“Per prima cosa bisogna sottolineare che nel 2022, rispetto all’anno prima, c’è stato sicuramente un aumento della produzione, perché il 2021 era stato disastroso da questo punto di vista. Messo in chiaro questo, è evidente una maggiore propensione all’acquisto di prodotto confezionato. La situazione si è ribaltata rispetto a dieci anni fa. Abbiamo tutti meno tempo oppure è diventato talmente prezioso che non vogliamo più perderlo nel pulire un prodotto ostico come il carciofo”.
 

Nella Gdo ci sono però ancora poche referenze di confezionato e spesso quel poco che c’è non risalta nemmeno sullo scaffale. Come intervenire?
“Solitamente il confezionato è composto da 4 frutti, nei discount anche 8, ma le vendite non sono molto vivaci, per questo si preferisce tenere una sola referenza con elevata rotazione. Per quanto riguarda lo sfuso, invece, si può valorizzare il carciofo scegliendo un posizionamento più prestigioso, togliendo la foglia che marcisce e mantenendolo umido attraverso un impianto di nebulizzazione”.