Biologico, numeri contrastanti

Produzione in crescita e mercato stagnante, i consumi rallentano

Biologico, numeri contrastanti
Una produzione che corre mentre i consumi rimangono in panchina. E’ la situazione che sta vivendo il biologico in Italia e che è stata presentata ieri mattina a Sana durante il convegno “Il biologico come strumento delle politiche europee e nazionali per un nuovo sistema agroalimentare”.

Angelo Frascarelli, presidente di Ismea

“Siamo in un momento di grande trasformazione e la politica non ha mai fatto così tanto per il settore biologico come negli ultimi due anni”, è intervenuto al convegno il presidente di Ismea Angelo Frascarelli.
E ha continuato: “Se la Farm to Fork impone almeno il 25% di superfici a coltivazione bio entro il 2030, l’Italia è già a buon punto e raggiunge il 16% con un totale di 2.186.000 ettari. E’ grazie alla nostra imprenditorialità e al sostegno della politica se abbiamo un posizionamento migliore rispetto a tanti altri Paesi europei”.



Se i numeri della produzione sono buoni, il mercato interno appare stagnante: “Nel 2022 abbiamo registrato una flessione del consumo domestico dello 0,8%  rispetto al 2021 – ha sottolineato Frascarelli – mentre sul lungo periodo (2012-2022) la domanda è aumentata del 131%”.



Ottimi sono invece i risultati dell’export, cresciuto quest’anno del 16% rispetto allo scorso anno, pari a 3.372 milioni di euro.



“Se la distribuzione moderna è stabile con una variazione dello 0,4%, calano di molto (-8%) i negozi specializzati mentre crescono i negozi di vicinato (+5%) – sottolinea il presidente di Ismea – tra i canali di distribuzione, non si può non notare la crescita dei discount del 13,8%. Se le referenze vendute negli iper sono in calo del 5,3%, crescono del 16% le vendite in promo mentre aumenta dello 1,8% la presenza di prodotti bio a marchio del distributore”.



Ma quali sono allora i punti di debolezza del settore? “Il principale è rappresentato dal consumo domestico – ha detto Frascarelli - e proprio su questo è necessaria riflessione: cosa succederà nei prossimi anni con questa stagnazione del mercato? Dobbiamo sempre tener presente che buona parte del bio italiano è dipendente dai sussidi e le strategie della distribuzione moderna prevedono promozioni con private label: in questo senso rischiamo di fare diventare il bio come una commodity con prezzi altamente concorrenziali. Dobbiamo attuare politiche in questa direzione perché ciò non accada”.



“Fortunatamente anche il piano europeo sull’agricoltura vuole agire sulla domanda, specificando che la sola conversione dei terreni al biologico non basta se non accompagnata da un aumento della domanda da parte dei consumatori - ha evidenziato Frascarelli - In questo senso, è giunta l’ora che gli imprenditori facciano la loro parte, le loro azioni vengono molto prima delle decisioni politiche”.



Infine un commento sulla relazione tra biologico e produttività: “Dire che l’ agricoltura bio affama il mondo ed è in contrapposizione con produttività è un dibattito pericoloso perché è vero che c’è bisogno di produrre di più ma la transizione ecologica è necessaria: dobbiamo quindi imparare a produrre di più ma in maniera più sostenibile. La produttività e la sostenibilità possono essere garantite insieme ma solo tramite l’innovazione che permetterà lo sviluppo di un’agricoltura smart”.

Al convegno è stato presentato anche il programma Being Organic in Eu, progetto triennale cofinanziato dall’Unione Europea (80%) e di cui Federbio è capofila insieme a Naturland. A presentarlo sono intervenuti Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio e Frauke Weissang, membro del consiglio Naturland.
In particolare, il progetto mira ad aumentare e rafforzare la considerazione dell’agricoltura bio europea nei rispettivi mercati interni e prevede un insieme articolato di azioni con l’obiettivo di migliorare la conoscenza, il prestigio e il consumo dei prodotti bio europei.

La firma del protocollo di intesa dell’Osservatorio Sana

Un momento importante svoltosi durante la mattinata è stata anche la firma del protocollo di intesa dell’Osservatorio Sana, finalizzata ad una maggiore cooperazione tra le aziende del settore e ad una disponibilità strutturale dei dati del comparto. Firmatari e partner del protocollo sono Carlo Ferro, presidente agenzia Ice; Angelo Frascarelli, presidente Ismea; Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio; Fabio Zanoni, presidente Assobio e Gianpiero Calzolari, presidente BolognaFiere.

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