Bergamo, un mercato che va controcorrente

Con il direttore Andrea Chiodi una panoramica su risultati e progetti

Bergamo, un mercato che va controcorrente

Non è facile identificare i fattori di successo di un canale commerciale vasto e articolato come quello dell’ingrosso. Eppure il mercato di Bergamo sembra esserci riuscito grazie all’altissima qualità dei suoi prodotti, all’adozione di nuove modalità di acquisto e all’inserimento di un circuito di sostenibilità interno al sistema. L’andamento positivo è testimoniato in primis dai numeri: ne abbiamo parlato con il direttore Andrea Chiodi, che ha identificato punti di forza e progetti in essere.

Partiamo dai dati del mercato: Bergamo ha chiuso il 2022 con 89.982,82 tonnellate di merce commercializzata, contro le 91.592,24 tonnellate del 2021.  “La perdita è davvero minima, pari all’1,79% – commenta Chiodi – per cui non credo che ci sia di che lamentarsi. Peraltro si tratta di un calo pienamente giustificabile dagli eventi vissuti lo scorso anno (e che continueranno sicuramente anche nel 2023), ovvero la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione a doppia cifra”. 
“E’ stato un anno difficile – continua – e nessuno poteva aspettarsi nuovi problemi dopo il Covid. L’intera economia nazionale, ma anche quella mondiale, è rimasta profondamente segnata da un’inflazione che neanche i più pessimisti potevano immaginare. Nonostante la piccola perdita nei quantitativi, se guardiamo ai risultati in valore possiamo vedere un fatturato in crescita”.

Per valutare l’andamento del mercato, è fondamentale considerare anche le modificazioni fisiologiche nelle richieste dei consumatori: “Per esempio non ci sono più rincorse particolari a determinate referenze perché è come se ci fossero le offerte di Natale tutto l’anno – dice il direttore –; per esempio negli anni passati la domanda di ananas faceva schizzare i listini, oggi non succede più. È anche vero che siamo riusciti a tenere i volumi con buoni consumi estivi ma la fine dell’anno non è stata brillante come potevamo aspettarci. E anche in questi primi mesi dell’anno non va molto meglio, considerata la fortissima attenzione delle famiglie alla spesa e quindi dei grossisti all’ approvvigionamento”.

A salvare le vendite al mercato di Bergamo ha sicuramente contribuito il livello qualitativo dei prodotti: “Siamo un mercato terminale e la nostra clientela è particolarmente esigente in termini di qualità del prodotto – specifica Chiodi – per questo riusciamo a posizionare la nostra frutta e verdura in una fascia di vendita medio alta: nel nostro piccolo ha rappresentato un vero valore aggiunto; merito dei grossisti saper scegliere prodotti premium della produzione locale di garantire prodotti d’eccellenza. Chi viene in mercato cerca un prodotto sicuro e garantito e noi siamo certi di poter vantare la giusta offerta. Non tutti i grossisti hanno capito fin da subito il valore della qualità ma, ad oggi, rassicura vedere che sono la maggior parte”.

Oltre alla tipologia di offerta, Chiodi sottolinea come il mercato svolga anche un lavoro di servizio: “L’ingrosso si differenzia dalla Grande distribuzione proprio per questo – commenta il direttore – e i nostri clienti (i dettaglianti, ndr) sono stati i primi a capirlo e specializzarsi accumulando sia una proposta di prodotti superfreschi che di referenze pronte al consumo, sempre più richieste dai consumatori moderni”.
E aggiunge: “Continuo ad essere un’ottimista e quando qualcuno si lamenta, dico sempre che in questo settore vendiamo beni di prima necessità, la cui domanda non subisce mai cali significativi. In alcuni periodi dell’anno, la nostra attività è ulteriormente facilitata da nutrizionisti e medici che sponsorizzano il consumo di ortofrutta fresca per garantire la salute dei consumatori. Possiamo definirci una categoria agevolata: siamo sopravvissuti anche durante la pandemia, garantendo sempre un servizio strutturato”.

Il canale continua a godere di trend positivi anche grazie alle nuove modalità di acquisto: “Sono sempre più i consumatori finali che programmano la loro spesa con un messaggio whatsApp indirizzato al loro dettagliante di fiducia, magari accompagnato dalla foto del bollino del prodotto, riconoscendo nel brand la qualità del prodotto”. 

Venendo ai prodotti, nel 2022 sono cresciuti in percentuale i quantitativi di carciofi, patate, angurie, pere, nettarine e clementine mentre le arance sono rimaste stabili. Un calo è invece stato registrato per finocchi, pesche e, di appena pochi punti, anche per le mele.

Il mercato di Bergamo è attivo anche dal punto di vista della sostenibilità: “Con il progetto ‘Dispensa sociale’, riusciamo a recuperare le derrate che sono rimaste invendute – specifica Chiodi –; questa attività sta conoscendo una crescita progressiva da quando è stato attivato nel 2020: per esempio lo scorso anno abbiamo chiuso l’attività con 55 tonnellate di merce recuperata”. 

C’è però una problematica che è necessario sottolineare, quella del ricambio generazione dei negozi di vicinato che si riflette in maniera diretta sulle attività del mercato. “Per molti gestire un negozio al dettaglio non è più un’attività appetibile – commenta il direttore - considerato l’impegno orario che richiede. Ci sono anche casi isolati di chi ha voglia di mettersi in gioco ma, come tutti sappiamo, l’improvvisazione non ripaga in un sistema in cui serve una professionalità costante”.

Nonostante non sia possibile al momento fare previsioni a lungo termine, Chiodi commenta: “Non credo ci sia da preoccuparsi per questi primi mesi dell’anno che notoriamente sono i più scarichi. Basta aspettare la primavera/estate, periodo in cui le vendite miglioreranno senza dubbio. Se guardiamo i dati in forma aggregata, ci sarà un calo dei consumi: quello che dobbiamo capire è se la nostra clientela che si posiziona in una fascia" benestante", vorrà contrarre la spesa per frutta e verdura”.