Dal campo
Agrumi: l'Egitto incalza mentre la Turchia arretra
A incidere il diverso impatto del clima sulle due sponde del Mediterraneo
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L'Egitto si prepara a una stagione record per la produzione di agrumi nella stagione in corso, con un raccolto stimato a 3,7 milioni di tonnellate (+3% rispetto al periodo precedente). Una crescita dovuta dalle favorevoli condizioni climatiche che hanno migliorato l'allegagione dei frutti. Dall'altra sponda del Mediterraneo, la situazione è ben diversa. La Turchia ha dovuto fare i conti con un'estate particolarmente calda e con un inverno anomalo, caratterizzato da temperature insolitamente miti. Questi fattori hanno inciso negativamente sulla maggior parte degli agrumeti turchi, portando a una riduzione della produzione, stimata intorno al 35% rispetto alla stagione precedente. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di delineare il quadro che si sta delineando per i due Paesi.
Egitto: produzione record e slancio per le esportazioni verso l’Europa
Con una produzione ai massimi livelli, l’Egitto si appresta a rafforzare la propria presenza sul mercato europeo, aumentando i volumi delle esportazioni di agrumi verso il Vecchio Continente. Questo rafforzamento è anche il risultato delle difficoltà che stanno affrontando alcuni concorrenti chiave, come la Spagna e il Sudafrica, dove la siccità ha ridotto significativamente la produzione per questa stagione. Di conseguenza, gli esportatori egiziani potranno approfittare di questo scenario per colmare il divario lasciato dai competitor e consolidare ulteriormente la propria quota di mercato. Tuttavia, nonostante il cessate il fuoco a Gaza, la situazione nel Mar Rosso continua a essere incerta e problematica. La crisi ha infatti avuto un impatto significativo sulle esportazioni egiziane verso l’Asia, con complicazioni logistiche che hanno rallentato le spedizioni e determinato un calo dei prezzi su diversi mercati.
Turchia: cala il raccolto ma l’export rimane stabile
Se in Egitto la stagione agrumicola si sta sviluppando in modo favorevole, in Turchia il settore è chiamato ad affrontare una serie di sfide. Oltre alla forte riduzione della produzione dovuta al clima anomalo, gli agricoltori turchi devono fare i conti con un aumento significativo dei costi di produzione e dei prezzi degli input agricoli, che rendono il commercio meno competitivo. Per quanto riguarda le esportazioni, la situazione appare eterogenea: mentre i volumi di arance e limoni dovrebbero rimanere stabili rispetto alla stagione precedente, le spedizioni di mandarini e pompelmi subiranno una contrazione, stimata intorno al 20%. Dal punto di vista logistico, le tensioni geopolitiche globali stanno avendo un impatto negativo, con interruzioni nel Canale di Suez che hanno causato ritardi nelle spedizioni e un conseguente aumento dei costi, soprattutto per le esportazioni dirette verso l’Asia. Nonostante queste difficoltà, il mercato asiatico si mantiene relativamente stabile. La Russia si conferma il principale sbocco per gli agrumi turchi, con volumi di esportazione che restano pressoché invariati, sebbene la domanda sia leggermente in calo a causa delle fluttuazioni del rublo. Sul mercato europeo si registra un incremento delle esportazioni verso la Polonia, mentre le spedizioni dirette verso l’Europa orientale stanno subendo un rallentamento dovuto a difficoltà economiche e ostacoli logistici. (gc)
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