Addio alla plastica, spesa miliardaria per la Spagna

De Quevedo (direttore Fiab) avverte sulle difficoltà che genererà il nuovo decreto

Addio alla plastica, spesa miliardaria per la Spagna

La Spagna segue le orme della Francia (clicca qui per approfondire) nel recepire le norme sull’economia circolare europee con un regio decreto sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L’obiettivo a cui ambiscono le misure – nazionali ed europee – rimane quello di favorire la circolazione di soluzioni alternative agli imballaggi in plastica, favorendone anche il riciclo.

Ma la nuova misura potrebbe rappresentare un costo ingente per l’economia spagnola, pari ad oltre 5 mila milioni di euro.  A rivelarlo - come riporta la testata revistamercados.com – è stato Mauricio García de Quevedo, direttore generale della federazione delle industrie di alimenti e bevande (Fiab) durante il suo intervento al convegno “Economia Circolare. Implicazioni della legge sui rifiuti e del progetto di regio decreto sugli imballaggi nell'industria alimentare e delle bevande”, tenutosi nei giorni scorsi a Madrid.
Durante l’appuntamento è stato analizzato lo scenario legislativo in Spagna e nell'Unione Europea, che prevede di pubblicare la sua direttiva sui rifiuti di imballaggio il prossimo mese con l'obiettivo di ridurli.

De Quevedo ha sottolineato come le normative europee in materia siano state accettate, anche se ha previsto che il nuovo regio decreto sugli imballaggi ei rifiuti "genererà difficoltà". In particolare, il direttore di Fiab ha evidenziato la difficoltà tecnica di reperire abbastanza plastica RPET  e la sua impossibilità di utilizzarla a contatto con gli alimenti, a causa delle normative sulla sicurezza alimentare.

L’impatto del regio decreto – secondo quanto affermato da De Quevedo – andrà ad aggiungersi ai 690 milioni di euro derivati dalla tassa sulla plastica e altri 1.150 per l'applicazione della responsabilità dei produttori.

In particolare, la cosiddetta tassa sulla plastica peserà di 0,45 euro al chilo sulla plastica non riciclata. Considerato l’orizzonte inflativo per costi energetici e di produzione, le aziende del settore alimentare hanno ribadito ancora una volta la richiesta al Governo di  prorogare di un anno l'applicazione di tale tariffa.

Secondo la proposta, dal 2023 i venditori non potranno più utilizzare imballaggi in plastica per confezionare acquisti di frutta e verdura inferiori a 1,5 chilogrammi, favorendo così i prodotti freschi sfusi. 
Viene previsto anche l’utilizzo di contenitori riutilizzabili presso il punto vendita oppure i consumatori potranno utilizzare i propri contenitori personali, purché debitamente puliti e idonei.
Sempre per sviluppare l’utilizzo di materie prime secondarie, la misura prevede che gli imballaggi di plastica contengano una percentuale di materiale riciclato: per i contenitori in Pet varierà del 25% entro il 2025 e del 30% entro il 2030 per tutte le plastiche. 
Infine l'obiettivo di vendita alla rinfusa in metà dei punti vendita di oltre 400 metri è stato fissato al 20%. Per l’adeguamento delle imprese  è previsto un periodo di quattro mesi.