Grandine, nel Mediterraneo il fenomeno è in crescita

Tendenza aumentata del 30% nell'ultimo decennio

Grandine, nel Mediterraneo il fenomeno è in crescita
I coltivatori sono abituati a difendersi o a mettere in conto perdite (spesso ingenti) di prodotto a causa della grandine, e purtroppo dovranno continuare a lottare sempre di più contro l’odioso fenomeno che si verifica soprattutto in questo periodo, tra la fine di settembre e ottobre.

Infatti, come riporta Repubblica, la ricerca dell’istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), ha accertato che per tutti fenomeni grandinigeni registrati nel Mediterraneo la tendenza è in crescita di circa il 30% nell’ultimo decennio. 



“Esaminando i dati raccolti dalle osservazioni dei radiometri a microonde della Global Precipitation Measurement mission (una rete di satelliti che fornisce osservazioni globali di nuova generazione di pioggia e neve), siamo riusciti a ricostruire la distribuzione spaziale e temporale degli eventi grandinigeni nel bacino mediterraneo dal 1999 al 2021” spiega Sante Laviola, ricercatore del Cnr-Isac e primo autore della ricerca. I fenomeni sono stati raggruppati in due categorie di severità: grandinate intense (caratterizzate da chicchi con diametro variabile da 2 a 10 cm) e grandinate estreme (associate alla formazione di aggregati ghiacciati con diametro superiore a 10 cm).



“A differenza dell’Europa centrale, dove questi fenomeni avvengono principalmente in tarda primavera e in estate, nell’Europa meridionale (in particolare nel sud Italia, nella penisola iberica e in Grecia), dove il clima è influenzato dall'elevata insolazione e dalla vicinanza al mar Mediterraneo, le condizioni ambientali sono le principali responsabili della formazione di forti grandinate durante la fine dell'estate e l’autunno. In questa fase dell’anno si registrano i valori più alti sia per quanto riguarda i fenomeni intensi che per quelli estremi” prosegue il ricercatore.

Questo studio sottolinea ancora una volta la correlazione tra fenomeni estremi, riscaldamento globale e l’aumento delle temperature del mar Mediterraneo, dimostrando che i chicchi di grandine sono tanto più grandi quanto più forti e persistenti sono le correnti ascensionali, ovvero le masse d'aria che salgono di quota. 

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