Castagne, annata promettente per la Bouche de Betizac

A settembre via alla raccolta. Notaro: «Il nostro metodo privilegia il benessere»

Castagne, annata promettente per la Bouche de Betizac
Manca poco all’inizio della raccolta delle castagne nell’Alto Casertano, un areale in cui da vent’anni la coltivazione dell’ibrido euroasiatico Bouche de Betizac ha permesso di creare un partenariato basato sul benessere della pianta che coinvolge in primis cinque imprenditori: Antonio Notaro, Nicola Rusciano, Danilo Napoletano, Ugo Marrese (tecnico innestatore) e Giuseppe Guerrera, con la collaborazione di Giampaolo Rubinaccio, produttore e coordinatore Frutta in guscio di Ortofrutta Italia.


 
Guardando in alto, le piante sono già cariche di ricci ed Erasmo Notaro, responsabile agro tecnico e capofila del gruppo, prevede una buona annata. “Il grande caldo che ha investito non solo la Campania ma tutta la Penisola si è fatto sentire e per questo siamo ricorsi all’irrigazione artificiale già a maggio – spiega-. Le prime raccolte sono previste già attorno al 5/6 settembre, solitamente siamo i primi in Italia, riuscendo a spuntare prezzi molto interessanti. Per quest’anno ci aspettiamo un buon raccolto, simile a quello del 2021”.



La Bouche de Betizac è una varietà che riesce a realizzare oltre 70 quintali a ettaro, la pezzatura si presenta grande, con frutti che normalmente pesano tra i 40 e i 55 grammi. 
“La coltivazione di questo ibrido è nata dall’esigenza di fronteggiare la scarsità produttiva dei castagneti in collina dovuta ai cambiamenti climatici, soprattutto la siccità – entra nel dettaglio Notaro -. In più, a livello mondiale c’è carenza di prodotto e con questa varietà molto produttiva puntiamo in futuro a raggiungere anche l’estero. La resa per ettaro è molto più alta rispetto ad un castagneto di montagna e questo fa sì che ogni anno molte aziende agricole si interessino alla coltivazione di questo tipo di castagna”.

Ogni anno il gruppo investe nella ricerca testando i prodotti più idonei alla pianta: “Siamo proiettati sul Residuo zero e puntiamo molto su tutto ciò che è organico. Alcune nostre imprese hanno già la certificazione biologica e stiamo lavorando per ottenere anche quella Global Gap. In questo modo un domani potremo costituirci come cooperativa”. 



Molta attenzione è posta anche alla parte vivaistica. “Fa parte del nostro partenariato anche Guido Bassi di Vivai Bassi (Cuneo), che realizza le piante. Quest’ultimo lo siamo andati a cercare perché è stato il pioniere di questa varietà. Avviando una collaborazione ci ha aiutato sia nella parte vivaistica che gestionale, consentendoci di ottimizzare la produzione partendo con piante sane, resistenti al cancro corticale, vigorose, nutrite e difese da prodotti organici”.

Produzione costante, ad elevata quantità e qualità. Sono queste le parole chiave Erasmo Notaro utilizza più spesso per descrivere gli impianti di Bouche de Betizac che copre complessivamente 50 ettari, per una produzione attuale di mille quintali. 



I frutti sono destinati al partner commerciale Manzi, azienda di Avellino specializzata nella lavorazione e commercializzazione di castagne operante a livello internazionale. 

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