Non solo frutti più piccoli, anche le piante si nanizzano

Il professor Mancuso: «Se le temperature sono alte la pianta non fotosintetizza»

Non solo frutti più piccoli, anche le piante si nanizzano
Che la siccità determinasse un minor calibro lo sapevamo, ma non è l’unico problema che comporta al nostro settore. Il professor Stefano Mancuso, direttore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell’Università degli studi di Firenze, dalle pagine di Repubblica fa luce su un altro aspetto: il rimpicciolimento delle piante.

“I vivaisti raccontano che i loro alberi non crescono anche se hanno l’acqua, perché a causa delle temperature la pianta non fotosintetizza. Per fotosintetizzare la pianta ha bisogno di aprire gli stomi e far entrare aria e CO2, ora nel momento in cui li aprono non solo entra quello ma esce vapore acqueo. Così per trattenere l’acqua non lo fanno. Le temperature così alte sono devastanti non solo per noi. Una pianta al sole può raggiungere 50 gradi: nessun essere vivente è abituato a questo", spiega. 



Questo clima sarà la nuova normalità. “Sia gli estremi termici che la siccità saranno strutturali – interviene Mancuso -. Per questo bisogna cominciare a fare qualcosa di diverso. Parliamo di cose, ovviamente, che richiedono lavoro e investimenti: le piante vanno irrigate in maniera regolare e bisogna ridurre l'irraggiamento solare. Una pratica che potrebbe essere utile è l'ombreggiamento con delle reti sui frutteti per abbassare la temperatura. Possiamo anche immaginare dei cambi di varietà in modo che si adattino alle nuove esigenze".

Il docente prosegue: “Oggi quel che vediamo è che le piante non solo diventano più piccole ma si spostano, come succede ad esempio a quelle selvatiche che vivono nei boschi. Avremo una flora diversa, più simile alla zona tropicale, e quella a cui eravamo abituati andrà più al nord e più in alto. Ripeto: dobbiamo cominciare ad abituarci al cambiamento".



Al momento però mancano le soluzioni per far fronte alla siccità, perché, sottolinea il professore, non abbiamo mai immaginato di poterne soffrire.
"È arrivata l’ora di costruire soluzioni temporanee e dobbiamo farlo creando invasi: i piccoli laghetti collinari possono essere delle risorse, ma finora sono vietati alle aziende agricole per ragioni paesaggistiche. Ma ambiente, storia, agricoltura e paesaggio sono collegati: il paesaggio sta cambiando e non possiamo mantenerlo immutato quando il clima non è più lo stesso. Comunque quel paesaggio, se non si interviene, morirà".

Per evitare sprechi, Mancuso fa notare una questione finora poco presa in considerazione: l’acqua costa troppo poco. “Sarò impopolare ma qui costa meno che nel resto d'Europa. E così sembra che non abbia valore, ma facendola costare di più si potranno anche riaggiustare le condutture che perdono enormi quantità di acqua, dal 50 al 70 per cento. Rifare la rete doveva essere una priorità del Pnrr. Nel futuro non è che pioverà di meno ma pioverà per poco tempo: gli invasi servono a catturare questa acqua e una buona rete idrica a diminuire le perdite".          

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