Gasolio agricolo, agevolazioni per le aziende

Gasolio agricolo, agevolazioni per le aziende
“Accogliamo con soddisfazione l’approvazione da parte della Regione Emilia-Romagna della nostra richiesta di assegnare un supplemento di carburante agevolato per uso agricolo nella campagna 2022 per far fronte al problema della siccità. È una scelta fondamentale per il bene delle imprese e un segnale di come lavorare di concerto con le Istituzioni porti risultati determinanti a tutela dei nostri imprenditori”. Plauso del Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Massimiliano Bernabini al via libera ad una nuova assegnazione di gasolio agevolato, per le imprese agricole del territorio. 



L’emergenza climatica che stiamo vivendo – dice il Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena Alessandro Corsini  – ha avuto evidenti ripercussioni sulle attività delle aziende agricole fin dai primi giorni del 2022: con un inverno quasi privo di precipitazioni piovose e nevose, con uno stato di siccità quindi già presente nei mesi invernali, le imprese sono state costrette ad anticipare fortemente, già dalla primavera, le operazioni irrigue per garantire lo sviluppo e la crescita delle coltivazioni e dei frutteti. Ciò – continua Corsini – ha inevitabilmente esasperato il consumo di gasolio ai fini irrigui costringendo all’utilizzo del quantitativo normalmente previsto per l’autunno, per consentire la preparazione dei terreni e delle future semine.
“Per poter richiedere l’integrazione e quindi di usufruire del supplemento di gasolio è necessario che le aziende abbiamo già esaurito i quantitativi annuali assegnati nell’anno 2022 e che presentino apposita domanda presso gli Uffici CAA Coldiretti entro il 3 novembre 2022” spiega Sauro Benvenuti Responsabile servizi area Coldiretti Forlì-Cesena.

“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini  nel sottolineare che “la devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, con un maggiore apporto idrico, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”.



Sul piano strutturale – ha sottolineato Prandini - è necessario l’avvio del grande piano nazionale per la realizzazione da nord a sud del Paese di invasi per accumulate riserve strategiche di acqua da usare nei momenti di maggior bisogno per difendere la sovranità alimentare dell’Italia e garantire l’acqua ad aziende agricole, famiglie e imprese.  La siccità ha infatti un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che – ha ricordato Prandini – sono il granaio d’Italia. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi.

A ciò si aggiunge il grave problema della carenza di manodopera che sta interessando l’intero Paese, in particolare il settore agricolo.
“Occorre superare al più presto i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali per salvare i raccolti sopravvissuti alla siccità con l’avvio delle principali campagne di raccolta dalla frutta alla verdura, dalle olive alla vendemmia. E’ quanto ha chiesto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi del presidente Mario Draghi con le organizzazioni datoriali nel sottolineare che “il rischio è di far pagare alle famiglie un ulteriore aumento dei prezzi degli alimenti e di generare uno spreco di cibo intollerabile in questo momento”. Per aiutare le famiglie – afferma Prandini – è strategico il taglio del costo del lavoro girando la cifra direttamente in busta paga ai dipendenti che avrebbero così maggiore capacità di spesa.



Ad oggi in agricoltura secondo Coldiretti appena 10mila stagionali sui 42mila previsti dal decreto flussi 2021 hanno iniziato a lavorare nelle campagne dove i prodotti agricoli salvati dal caldo e dalla siccità rischiano di rimanere in campo per la mancanza di lavoratori impegnati a raccoglierli. 
Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto – ha continuato Prandini – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Occorre introdurre un contratto di lavoro occasionale per  consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi” – ha affermato Prandini – che chiede “un piano per la formazione professionale, misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.

Fonte: Ufficio stampa Coldiretti