Anguria gialla, una nicchia di successo

Con Musso (Italfrutta Distribuzioni) una panoramica sui trend della frutta estiva

Anguria gialla, una nicchia di successo
E’ una nicchia di successo quella dell’anguria gialla sulla piazza meneghina. Il colore vivace e accattivante del frutto e la sua estrema dolcezza lo rendono un prodotto appetibile per il consumo domestico, così come per l’alta ristorazione.

“E’ apprezzato soprattutto dal mercato estero – spiega a IFN Simone Musso, socio e responsabile dell’ufficio acquisti della Italfrutta Distribuzioni, azienda operante all’ortomercato di Milano – ma stuzzica interesse anche tra i dettaglianti specializzati locali. Nonostante a livello di gusto sia pressappoco uguale all’anguria rossa tradizionale, il suo colore giallo cattura la vista e si presta anche come base per preparazioni gourmet. La commercializziamo nella fascia prezzo 1,50/2 euro al chilogrammo”.



Raggiunge buone quotazioni anche l’anguria rossa tradizionale di provenienza mantovana, che Italfrutta Distribuzioni vende a 0,60 euro al chilogrammo per il prodotto in bins fino a 1 euro al chilogrammo nei box con frutto singolo.



Sempre da Mantova arrivano anche i meloni retati e lisci: per entrambi i frutti, la fascia prezzo si muove tra 1,50 e 2 euro al chilogrammo.

Nonostante questi frutti prettamente estivi dalla buone quotazioni, il mercato milanese risente del periodo estivo. “Come tutti i mercati dell’entroterra, le vendite sono un po’ in calo – commenta Musso – è l’effetto diretto dello spopolamento delle città e degli spostamenti verso le località marittime o di villeggiatura. La tendenza è quella di una flessione dei consumi, che porta noi grossisti a fare i conti con un’abbondanza di prodotti”.



Per esempio le pesche hanno perso dalla scorsa settimana dai 0,50 a 1 euro al chilogrammo. “Abbiamo parecchi volumi da diversi areali – commenta il grossista – e il prodotto raggiunge quotazioni che partono da 1 euro per arrivare a 2 euro al chilogrammo a seconda di qualità e pezzature”.
Vanno meglio invece le nettarine, che sono vendute nella fascia prezzo 1,50/2,50 euro al chilogrammo.



Dopo un inizio campagna disastroso, con un eccesso di produzione senza precedenti, ora risponde bene il mercato delle albicocche. “Il prezzo non è mai sceso sotto 1/1,20 euro al chilogrammo per raggiungere picchi di 3/3,50 euro al chilogrammo per i frutti più pregiati”.

C’è abbastanza interesse anche per le uve siciliane e pugliesi, sia per le varietà tradizionali che per quelle seedless. “I prezzi oscillano tra 1,50/2,50 euro al chilogrammo a seconda della qualità dettata da colore, acinatura e grado Brix. La varietà Vittoria è commercializzata nella fascia prezzo più alta mentre sono minori le quotazioni della Black Magic”.


Altissima l’attenzione anche per trasformati - succhi e smoothies - a base di frutta di stagione. “Proprio in questi giorni al nostro stand si è tenuta una promozione dei prodotti San Lucar – conclude il grossista – e devo dire che, complici le altissime temperature, sono stati molto apprezzati dalla clientela. A contribuire al successo di queste referenze anche la ‘fresca’ presentazione in casse refrigerate con ghiaccio e la presenza delle hostess che invitavano all’assaggio”.

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