Fico, come è cambiato a un anno dalla conversione

Il punto con l'ad Tiziana Primori: più divertimento e promozione all'estero

Fico, come è cambiato a un anno dalla conversione
E' passato poco più di un anno dalla "conversione" di Fico Eataly World. Dopo le difficoltà iniziali e il colpo della pandemia, la piazza del cibo Made in Italy ideata da Oscar Farinetti ha compiuto un passo nella direzione del parco divertimento, incrementando l'offerta entertainment a quella di esperienziale sull'alimentare e le filiere produttive.

A fare il punto su questo processo è stata Tiziana Primori, presidente di Fico, che recentemente ha partecipato al talk di RCS Academy in collaborazione con il Corriere della Sera.



"Siamo il primo parco del cibo al mondo, un parco dove oltre a ragionare su cosa trovi nel piatto, si valorizza la maestria italiana, il rapporto tra territorio, modo di coltivare e lavorare - la premessa della presidente - La nostra artigianalità si trova anche nelle grandi aziende: questa era ed è la filosofia di Fico, un contenitore di sensi, di educazione, dove la ristorazione e il mangiare italiano diventa protagonista".

Primori non nasconde le difficoltà di un'esperienza "passata attraverso una pandemia che ha ovviamente minato per due anni i momenti di socialità, di intrattenimento e noi ne abbiamo risentito parecchio. Ma un anno fa siamo ripartiti diversamente, introducendo il momento del divertimento e una logica di parco pur lasciando l'anima di Fico collegata al cibo. A fatica, ma sempre meglio, le persone che visitano la struttura rimangono molto soddisfatte: restano il doppio del tempo di prima, abbiamo creato itinerari, percorsi informativi e formativi, allo stesso tempo pensiamo di avere anche un raddoppio della spesa media".



Per quanto riguarda il pubblico in prevalenza è ancora "bolognese ed emiliano-romagnolo; ma con l'inizio dell'estate sono arrivate le presenze straniere. Per i turisti è un modo di trovare tutto il cibo italiano in un unico luogo. Solo un esempio: nel marzo scorso per un corso dedicato alla pizza avevamo più di duecento pulman organizzati: con questa proposta abbiamo coinvolto i visitatori in un percorso di conoscenza e formazione. Più in generale abbiamo agganciato e rinnovato partnership con il mondo del turismo, sono ripartite le fiere e stiamo lavorando".

Poi c'è l'educazione e il coinvolgimento dei giovani. "Prima della pandemia abbiamo avuto centomila ragazzi, di cui il 20% esteri, a cui abbiamo fatto percorso formativi, dall'agricoltura alla cucina - ricorda Primori - Ad aprile siamo ripartiti con queste attività, lavorando con scuole e il riscontro è stato positivo".



Fico vuole essere anche una piattaforma per la promozione del cibo Made in Italy all'estero. "Sono ripartiti i confronti con l'estero - racconta la presidente - Sono già venuti buyer internazionali a vedere e conoscere il mangiare italiano. Puntiamo sulla semplicità, sul rendere il più semplice possibile a chi viene per la prima volta in Italia l'offerta enogastronomica del nostro Paese. Sono presenti 60 aziende all'interno di Fico con le loro aree riservate; poi altre mille hanno dei loro prodotto in esposizione. Vogliamo che la proposta della ristorazione, anche una semplice pasta al pomodoro, possa essere replicabile a casa: il cibo italiano è facile da cucinare per altre culture, questo è importante, è un fattore rilevante per sviluppare il Made in Italy e le esportazioni. Vogliamo spingere sulla cultura del benessere - conclude Tiziana Primori - mangiare bene, mangiare sano, per le persone, per le aziende e per il pianeta".

Copyright 2022 IFN Italiafruit News