L'imballaggio a ciclo chiuso che eleva la sostenibilità

La ricetta di Ilip: «Riciclo di Pet post consumo e prodotti sempre più leggeri»

L'imballaggio a ciclo chiuso che eleva la sostenibilità
Imballaggi in plastica per l’ortofrutta realizzati a sua volta, oltre che da bottiglie, anche da vassoi e cestini riciclati. È T2T R-Pet,  l’innovazione targata Ilip che sta per Tray to Tray in Pet riciclato e permette di riciclare imballaggi per alimenti in Pet post consumo proveniente quasi esclusivamente dall’Italia o da alcuni Paesi europei selezionati, con l’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale. Un tipo di packaging su cui l’azienda bolognese punta per garantire al fine vita dell’imballaggio ortofrutticolo un ciclo chiuso, elevando la sostenibilità delle confezioni adatte ad ogni tipo di referenza.

“Il nostro gruppo è tra i pochi europei ad avere integrato verticalmente il riciclo del Pet post consumo che utilizziamo per produrre nuove confezioni”, dichiara a IFN Roberto Zanichelli, business development & marketing director di Ilip.



“Ad oggi solo tre aziende in Europa possono vantare questa integrazione – continua Zanichelli - e Ilip è l’unica italiana specializzata nella produzione di imballaggi per ortofrutta. Questo ci permette di controllare a livello di Gruppo tutta la supply chain del R-Pet a partire dall’origine del materiale da riciclare garantendo così direttamente la completa tracciabilità e conformità alla normativa europea in vigore. È proprio grazie alle caratteristiche del Pet e dell’R-Pet e alle infrastrutture presenti dedicate al recupero, riciclo e valorizzazione che si può realizzare un ciclo chiuso da imballaggio per alimenti a imballaggio per alimenti secondo i criteri dell’economia circolare”. 

"Con le 60.000 tonnellate di capacità di riciclo installata in AMP Recycling di Ferrara, che come Ilip è parte del Gruppo Ilpa, l’azienda contribuisce a realizzare l’economia circolare degli imballaggi per alimenti e a raggiungere gli obiettivi di riciclo italiani ed europei “qui ed ora. Tradotta in bottiglie questa quantità corrisponde a circa 2,5 miliardi oppure alla quantità media di imballaggi per alimenti e bevande in Pet consumata e recuperata in Italia in un anno in un’area di circa 12 milioni di abitanti (poco meno di Toscana, Emilia-Romagna e Veneto)".

“Non vogliamo fare dello storytelling esotico – ci tiene a sottolineare il business development & marketing director - ma mostrare azioni e volumi riciclati che hanno ricadute positive sul territorio dove operiamo e che si traducono in nuovi imballaggi per alimenti per rendere la sostenibilità dei nostri prodotti concreta e certificata, come nel caso della Epd, realizzata per l’articolo di nostro maggiore successo, il cestino B40 termosaldabile”.



Il consumatore presta sempre più attenzione agli argomenti legati alla sostenibilità ambientale, anche quando si tratta di riempire il carrello. “In particolare – sottolinea Zanichelli -  quando si tratta dell’origine e fine vita del prodotto, il cliente finale acquista e preferisce prodotti realizzati in materiali riciclati e riciclabili. Queste richieste si riflettono negli ordini fatti a noi da parte della Gdo, ristorazione moderna, specialisti del settore ortofrutticolo e industria agroalimentare”. 

Ricerca, sviluppo e innovazione sono la guida di Ilip verso imballaggi sempre più sostenibili. Con il progetto EcoDesign-Reduce, iniziato nel 2010 e tuttora in corso, Ilip mira a ridurre il peso dei propri packaging. “Ci impegniamo per ridurre l’uso di materiale senza comprometterne le performance. Da inizio progetto il peso medio dei nostri prodotti è diminuito di oltre il 12%”.

L’ultima innovazione al riguardo è il primo cestino ibrido per ortofrutta EzySplit, in cui la componente in cartoncino applicata irrobustisce il cestino consentendo un ulteriore alleggerimento della componente plastica, oltre alla personalizzazione e stampa interna ed esterna del cartoncino migliorando così l’esperienza di acquisto del consumatore finale e le possibilità di comunicazione del packer o del distributore”.

“Nel nostro Dna c’è la voglia di innovarci, soprattutto in termini di nuovi prodotti e sistemi di confezionamento, ma sempre finalizzata a ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti e a rendere la catena del valore più sostenibile come il primo imballaggio attivo Life+ o lo SmartRipe, il sistema per determinare il grado di maturazione di frutta esotica, entrambi finalizzati a ridurre lo spreco alimentare”.

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