Noccioleti presi di mira dai cinghiali

Allarme nel Viterbese. Aspal: «Danni anche su altre colture. Serve un piano di abbattimento»

Noccioleti presi di mira dai cinghiali
I danni da fauna selvatica si fanno sentire anche sull'ortofrutta. Nel Lazio, secondo la testimonianza del presidente Aspal Stefano Giammatteo, la situazione è critica: dai corileti ai frutteti, passando per orticole a pieno campo sono soprattutto i cinghiali - ormai un simbolo anche dell'ambiente urbano di Roma - a rovinare le produzioni.

"Gli agricoltori non riescono più a fronteggiare anche questo tipo di emergenza - sbotta Giammatteo - oltre alle problematiche del caro gasolio, caro concimi e  fertilizzanti, caro elettricità ecc... Dobbiamo fronteggiare gli animali selvatici, sempre più presenti. Chiediamo alla Regione Lazio di istituire un piano di abbattimento per questa specie dannosa all'agricoltura e non solo: ma questo piano deve essere operativo al più presto, perché non è sufficiente solo la caccia di selezione".

Per gli agricoltori che hanno già subito le scorribande dei cinghiali, Aspal chiede fondi di ristoro. "Per valutare l'entità dei danni in ogni singolo territorio bisogna nominare dei periti che possano valutare la situazione - prosegue il presidente dell'associazione - Sicuramente il diffondersi della peste suina africana non aiuta di sicuro a risolvere il problema. Abbiamo riscontrato nella provincia di Viterbo numerosi danni subiti dalle coltivazioni di nocciole e, in generale, in tutto il Lazio danni ai vigneti, ai cocomeri, meloni, grano, girasoli, ed in piccola parte anche nei kiwi".


Danni da cinghiale su coltivazione di cereali

Ma come ci si può difendere? "Dovremmo costruire recinzioni elettriche con costi esagerati visti la grande quantità di ettari interessati - risponde Giammatteo - senza tralasciare i costi di gestione che giornalmente questi recinti necessitano. Nei corileti ci troviamo ad assistere alla distruzione del manto erboso che fa da base per le nostre coltivazioni e i danneggiamenti senza rimedio dei rami produttivi più giovani che hanno la funzione di produrre nocciole nei prossimi decenni: stiamo assistendo alla devastazione senza precedenti delle nostre colture con danni incalcolabili vista la presenza anche di daini, caprioli e istrici. Non abbiamo scampo, siamo davanti ad una vera calamita causata dall'uomo per mezzo di speci incontrollate da noi stessi. Il futuro resta gravemente compromesso e il Governo è sordo ai continui allarmi che proprio da noi vengono lanciati. Se le istituzioni non intervengono immediatamente - conclude Stefano Giammatteo - gli agricoltori subiranno altre perdite di reddito".

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