«Nel settore serve un confronto coordinato dalla politica»

Il presidente di Italia Ortofrutta Velardo fa luce sui progetti da intraprendere

«Nel settore serve un confronto coordinato dalla politica»
Assenza di manodopera, costi di produzione, danni meteo, produttività. Sono tante le incognite con cui deve fare i conti la filiera ortofrutticola: se ne è discusso ieri a Roma nell'ambito dell'evento di Italia Ortofrutta dedicato a "Il settore ortofrutticolo organizzato all'inizio della nuova politica di sostegno e nell'ambito del mutato contesto economico e commerciale". Ne abbiamo parlato con Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, per individuare le problematiche principali e le possibili soluzioni.

Qual è il ruolo di Italia Ortofrutta in un settore alle prese con costi sempre più elevati per manodopera, energia e produzione?
Il nostro obiettivo principale è che ogni singolo produttore possa portare a casa un risultato con il suo lavoro. Il problema è che non riusciamo a dare sufficiente valore ai prodotti: crediamo che la filiera termini nella Gdo, in realtà sono i consumatori a chiudere il cerchio. Consumatori che vanno resi consapevoli del mondo e delle persone che ruotano intorno ai prodotti che acquistano tutti i giorni. Spesso il distributore è costretto a vendere sottocosto per non far marcire i prodotti: se continuiamo ad agire così, al nostro settore non possiamo dare valore.



Come si possono valorizzare prodotti e filiera di provenienza?
Da questo punto di vista è strategico il nostro rapporto con la Gdo, che può darci una mano considerato il suo rapporto diretto con i consumatori. Noi spesso rischiamo di rimanere anonimi, vogliamo più identità nel mondo organizzato: dobbiamo lavorare per identificare un prodotto che proviene da un mondo organizzato e dalle Op e che per questo motivo è ancora più garantito. Anche se lato comunicazione non siamo forti, rappresentiamo l’impresa e sta nel nostro Dna tutelare le imprese: un prodotto può essere considerato sostenibile solo se si parla anche di sostenibilità economica, altrimenti stiamo parlando del nulla.

I danni collegati all'andamento climatico sono sempre più importanti, in che direzione andare?
Anche se le avversità sono sempre più frequenti, si possono controllare con le assicurazioni, il problema è che molti produttori non se ne vogliono avvalere. E’ un problema principalmente culturale, diffuso soprattutto tra le regioni meridionali. E’ necessario far capire che l’assicurazione non è solo un costo ma anche una garanzia per il lavoro quotidiano dei produttori. Dal punto di vista dei costi delle assicurazioni, si può intervenire tramite i programmi operativi: deve agire la politica mettendo attorno a un tavolo le rappresentanza sindacali da un lato e le imprese per individuare le difficoltà. Ci troviamo di fronte a situazione inaspettata: dato che sta avvenendo qualcosa di straordinario, abbiamo bisogno di interventi straordinari.



Parliamo della carenza di manodopera nei campi. Come si può affrontare il problema?
Ci aspettiamo che il Governo riesca a mettere in cantiere, con i diversi attori coinvolti, un sistema che leghi la produzione ai costi e al rendimento. Alle aziende va data la possibilità di accordarsi sull’utilizzo e l’alternanza della manodopera tramite banche dati specifiche: per esempio sul territorio pugliese è già in atto una fase sperimentale. Ma facciamo attenzione: è inutile parlare di elevata digitalizzazione quando ancora in alcune zone manca la connessione. Dal nostro punto di vista è essenziale un momento di confronto coordinato dalla politica che deve recepire istanze che arrivano da organizzazioni professionali, di impresa e dei sindacati. La politica si deve prendere la responsabilità di gestire la situazione e le problematiche che ne derivano: basterà poco per capire se le scelte fatte sono quelle giuste.

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