«Il caro ortofrutta frena i consumi»

Il presidente del Caar: «Sensibilizzare le famiglie ad acquistare frutta e verdura di qualità»

«Il caro ortofrutta frena i consumi»
"Se durante la pandemia si erano registrati importanti aumenti nel consumo della frutta fresca, ora la curva va in controtendenza e registra una contrazione". Gianni Indino, presidente del Caar-Centro Agro Alimentare Riminese, analizza la situazione del mercato. Nella sua Rimini, dove stanno arrivando i primi turisti della stagione, le vendite di ortofrutta viaggiano a rallentatore. Un fenomeno comune a tante altre piazze italiane e per uno degli uomini storici della Confcommercio l'aumento dell'inflazione è tra i principali responsabili.



"Tra i diversi fattori che stanno contribuendo a questo calo dei consumi c’è l’incremento dei costi di produzione, ovvero di materie prime, carburanti e imballaggi - aggiunge il presidente del mercato all'ingrosso romagnolo - che al pari di condizioni climatiche non ottimali ha portato ad un aumento dei prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli. In più si deve fare i conti anche con l’inflazione che sta colpendo il nostro Paese che sta facendo diminuire il potere di acquisto delle famiglie, costringendole a rinunciare a qualche acquisto. Purtroppo anche sul nostro territorio si registra lo stesso trend, seppure l’arrivo di frutta fresca sui banchi del Caar rimanga su ottimi livelli".

Il mercato all'ingrosso di Rimini si prepara a svolgere un'azione di stimolo al consumo di ortofrutta tra i giovani. "Lo faremo attivando già dall’inizio del prossimo anno scolastico delle iniziative rivolte agli studenti del territorio, con visite al nostro Centro Agro Alimentare per far prendere loro contatto con i produttori, i commercianti e i prodotti - prosegue Indino - con incontri insieme ad esperti nutrizionisti e con laboratori in cui divertendosi possano capire l’importanza di una sana alimentazione per la loro vita e per il loro futuro, prevenendo il rischio di sovrappeso, obesità e patologie".



"Un ruolo fondamentale in questo senso lo deve però avere anche la famiglia. La vita frenetica a cui siamo abituati induce a privilegiare l’acquisto di prodotti confezionati e già pronti all’uso, lasciando indietro i prodotti freschi. Serve dunque sensibilizzare le famiglie affinché tornino ad acquistare prodotti a chilometro zero, a filiera corta e l’ortofrutta di qualità: abbiamo la fortuna di vivere in un territorio dove queste eccellenze sono abbondanti e sta a noi sfruttare questa opportunità. Per rendere più appetibile ai ragazzi il consumo di frutta, ricordiamo buone pratiche come la lavorazione delle materie prime: una macedonia, una spremuta, un frullato di frutta possono rendere ancora più golosa la frutta e avranno di certo maggiore appeal nei bambini e nei ragazzi. Tutti insieme, famiglie, scuola, produttori, commercianti, possiamo fare molto per riportare un adeguato apporto di frutta sulle nostre tavole e recuperare il calo di consumi che si sta palesando da qualche mese. Ne gioverà in primis la nostra salute - conclude Gianni Indino - ma anche l’economia del territorio legata fortemente alla produzione di frutta di alta qualità”.

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