«Ciliegie troppo piccole, si rischia il deprezzamento»

«Ciliegie troppo piccole, si rischia il deprezzamento»
Quest’anno le ciliegie padovane non mancano, la produzione è in netta ripresa dopo il crollo del 2021 e la qualità è ottima. Il problema però, denunciano i produttori, sta nella pezzatura. A causa della siccità e della penuria di precipitazioni, ricorda Coldiretti Padova, quest’anno gran parte delle ciliegie della nostra provincia presentano una pezzatura ridotta. Il rischio concreto è che a fronte di un deprezzamento sensibile molte ciliegie rimarranno sugli alberi, perché non conviene nemmeno raccoglierle.

Dimensioni
«Le ciliegie sono un po’ più piccole del solito - spiega Antonio Ferraretto, produttore dei Colli Euganei, a Baone - ma non per questo meno buone, anzi la qualità quest’anno è senz’altro ottima. Il problema è che sotto un certo calibro le ciliegie ci vengono pagate veramente poco, nei giorni scorsi ci è stato offerto circa un’euro al chilo per le ciliegie calibro 28. Il prezzo giusto sarebbe almeno due euro al chilo, altrimenti lavoriamo in perdita e non conviene nemmeno raccoglierle. Ed è veramente un peccato perché quest’anno il prodotto non manca, dopo il netto calo dello scoro anno, e si tratta di ottime ciliegie. Il fatto che siano un po’ più piccole non cambia nulla sul fronte della qualità e della bontà, ma il mercato ci penalizza perché vuole solo ciliegie grosse. Così noi rischiamo di dover lasciare un ottimo prodotto sugli alberi e i consumatori, oltre a trovarsi poche ciliegie nostrane ad un prezzo equo, pagheranno a peso d’oro quelle più grandi, che hanno percorso centinaia e centinaia di chilometri per arrivare nei punti vendita».



Produttori
«A rimetterci, come sempre, sono i produttori, da una parte e i consumatori dall’altra. - spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - In questo periodo dell’anno si potrebbero trovare ottime ciliegie ad un prezzo equo, intorno ai 4 euro al chilo, invece le logiche di mercato impongono prodotto con un calibro più grande, che solo all’aspetto sembrano più buone, ma ad un prezzo nettamente superiore. Con il rischio che buona parte arrivino addirittura dall’estero e sfuggano ai controlli di origine e qualità a cui sono sottoposte le nostre produzioni. Sono le distorsioni della filiera che denunciamo da anni: chi produce non riceve abbastanza per il suo lavoro e per la qualità che garantisce, ma anche chi acquista ha poche possibilità di scelta perché è il mercato ad imporre “mode” e prezzi. Per questo invitiamo i cittadini a rivolgersi direttamente ai nostri produttori, a visitare i nostri mercati di Campagna Amica, in città come in provincia, dove potranno acquistare direttamente dal contadino, conoscere l’origine dei prodotti e poter scegliere con consapevolezza. Sarebbe un vero peccato lasciare delle ottime ciliegie sugli alberi».

Provincia
In provincia di Padova sono poco meno di 50 gli ettari coltivati a ciliegie, concentrati per lo più sui Colli Euganei. L’anno scorso la raccolta, nella nostra provincia come in tutto il nord Italia, era stata piuttosto magra, con poco meno di 1.900 quintali di ciliegie contro i 2700-2800 degli anni precedenti, con una flessione di quasi il 40%. Quest’anno invece si torna alla normalità, ma con l’incognita dei prezzi e con le minacce quotidiane degli animali selvatici, dai cinghiali alle gazze, oltre alla siccità. Se le produzioni tutelate sono riconoscibili dall’inconfondibile logo comunitario che ne attesta l’origine, ricorda Coldiretti, tutte le ciliegie devono essere poste in vendita con un apposito cartello con indicata l’origine che occorre controllare per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy. Tra i consigli va ricordato che le ciliegie non maturano dopo la raccolta e quindi devono essere acquistate già mature e pronte al consumo. 

Fonte: www.padovaoggi.it