«Il biologico non resti solo una nicchia di mercato»

Brio fa un bilancio e guarda alla nuova stagione: «Migliorano offerta e quantitativi»

«Il biologico non resti solo una nicchia di mercato»
Il primo quadrimestre è terminato e per Brio è tempo di bilanci. La struttura di riferimento per il biologico di Apo Conerpo punta a far uscire i prodotti bio da una nicchia di mercato. 

I primi quattro mesi dell’anno si sono chiusi notando un progressivo peggioramento della situazione di mercato, legato principalmente all’incertezza generale dovuta alla guerra Russia-Ucraina, al forte aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che stanno deprimendo i consumi, ma nonostante la situazione complessa, l’andamento delle vendite è stato in linea con le aspettative.


  
Molto importante in questi ultimi anni è stato l’export: “Grazie all’esportazione - dichiara a IFN Mauro Laghi, responsabile commerciale di Brio - siamo riusciti a compensare una stagnazione della domanda del mercato interno, permettendoci ad oggi di fatturare il 50% proprio sui mercati esteri”. 

Arriva l’estate e spuntano sul mercato i prodotti su cui il gruppo si concentrerà maggiormente in questo periodo: drupacee in particolare ma anche meloni e baby angurie. Le previsioni del responsabile commerciale sono comunque positive: “Quantitativi e offerta sicuramente sono meglio dello scorso anno, ma purtroppo l’aumento dei costi di produzione e logistici, affiancati ad una domanda debole, rischiano di compromettere il risultato per i produttori”. 



L’azienda si è comunque attivata per cercare di efficientare ulteriormente i processi. “È nostro obiettivo mantenere alto il livello di qualità dei prodotti e di servizio per i clienti”, specifica Laghi.

La Gdo rimane il punto di riferimento sul mercato. “Già da tempo - continua Laghi - ci stiamo confrontando con le principali catene per mettere in campo tutte quelle strategie in grado di offrire un biologico di qualità a prezzi competitivi. Fondamentale secondo noi è uscire dalle dinamiche tradizionali di fornitura di questi prodotti, che hanno relegato fino ad oggi il biologico a una nicchia di mercato”.

Punta anche a questo l’obiettivo Farm To Fork della commissione europea, che mira da qui al 2030 a trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate al biologico, a cui il mercato deve riuscire a stare dietro senza abbassare gli standard qualitativi. “La qualità dei prodotti non viene mai messa in discussione – dichiara il responsabile commerciale di Brio -. Dall'altra parte confidiamo che l'aumento della disponibilità di prodotto biologico possa portare a delle economie di scala e a un efficientamento delle catene di fornitura”.



“Considero comunque fondamentale promuovere campagne di comunicazione e promozione del bio a livello italiano ed europeo, come ad esempio il progetto europeo "Made in Nature" di cui siamo partner, al fine di stimolare la domanda di questi prodotti ad alto contenuto salutistico”.

Negli anni l’interesse è cresciuto anche per il biodinamico, uno step ulteriore ricercato soprattutto all’estero. “Come Brio siamo stati tra le prime aziende ad essere certificate Demeter – ricorda Laghi - e quindi ad operare su specifici mercati e clienti che richiedono questa certificazione, come ad esempio il mercato tedesco. Abbiamo oltre 20 prodotti certificati Demeter e continuiamo a investire per crescere in questo comparto”.  

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