Come garantire un futuro ai Centri agroalimentari

Verso i mercati 4.0: logistica green e digitalizzazione al centro del piano presentato da Andmi

Come garantire un futuro ai Centri agroalimentari
Che i mercati all'ingrosso in diversi casi siano strutture obsolete è già stato detto mille volte. Ma cosa si può fare, in concreto, per rilanciare questo canale commerciale, strategico per l'ortofrutta? L'Andmi (Associazione nazionale direttore mercati all'ingrosso) ha acceso i riflettori su un possibile piano di rilancio, presentato la scorsa settimana al Macfrut. Per attuarlo l'associazione ha alzato il sipario sull'Osservatorio 4,0, uno strumento per il controllo delle strutture mercatali che permetterà di migliorare la logistica, avere dati aggiornati e supportare gli operatori verso un processo di digitalizzazione.

I pilastri della strategia sono contenuti nel volume “I Mercati agroalimentari MAA 4.0”, dove si parla anche della piattaforma Smart, logistics e green: un piano di lavoro con i punti cardine da seguire per consentire a queste strutture di inserirsi nei nuovi contesti della filiera agroalimentare.


Per pianificare il rilancio bisogna prima focalizzare i punti di debolezza, che all'ingrosso non mancano. Durante la presentazione del libro ci ha pensato Claudio Scalise di SGmarketing a tracciare un quadro delle principali difficoltà del canale. L'esperto ha sottolineato come l'ortofrutta sconti la debole immagine all'interno della filiera, inoltre "l'offerta non sempre è in linea con i nuovi trend distributivi, ed è presente un sistema commerciale rimasto ancorato a vecchie pratiche commerciali quali il conto commissione". Tra gli altri punti critici evidenziati l'approccio alla Gdo e all'Horeca - l'ingrosso dovrebbe assecondare maggiormente le esigenze specifiche di questi due canali - e sul fronte dell'import-export e della logistica interna bisognerebbe attrezzare le strutture mercatali con delle piattaforme interne.

Dunque, vi è l’imminente esigenza di questi interventi per evolversi e acquisire credibilità - ed efficienza - all’interno della filiera agroalimentare. Ma non mancano i punti di forza, come la prossimità con i centri abitati e con le zone produttive, che avvicinano la produzione al consumatore; ma non è da sottovalutare nemmeno la conoscenza dei prodotti da parte degli operatori all'ingrosso, una chiave per valorizzare le referenze territoriali, come ha fatto notare Scalise. "Il futuro dei mercati all’ingrosso è legato alla capacità di saper sfruttare alcune opportunità - ha precisato il managing partner di SGmarketing - Ad esempio la possibilità di aprirsi a nuovi segmenti di prodotto come il biologico, oppure implementandi sistemi di logistica a breve raggio per collegarsi alla rete distributiva delle città".

                           
Da sinistra: Massimo Marciani, Claudio Scalise, Pietro Cernigliaro e Antonello Fontanili

Come anticipato è stato sviluppato l'Osservatorio MAA 4.0, "uno strumento di supporto per i mercati di quarta generazione - lo ha descritto Pietro Cernigliaro, presidente di Andmi - Uno strumento che sarà suddiviso in sette macro aree: area Mercati, che si focalizzerà sulla raccolta di dati legati agli investimenti dei singoli centri agroalimentari; area economica, dedicata al flusso merci; area logistica, legata all’organizzazione della logistica interna; area soci, improntata alla gestione dei mercati sia sotto il profilo giuridico che nell’ottica dell’analisi economica; area indagine e ricerca, che monitora l’andamento economico del comparto; area internazionale, che indaga le prospettive in tema di valorizzazione del Made in Italy nei mercati all’ingrosso esteri e area Best Practices, dedicata alla promozione di soluzioni tecnologiche e informatiche. Questo strumento ha l’obiettivo di monitorare i mercati a livello nazionale, cercando di velocizzare una conversione di questo comparto in ottica smart, green e logistics basandosi su un approccio fondato sulla sostenibilità e la digitalizzazione".



Il Mercato all’ingrosso del futuro, quindi, deve assumere anche la funzione di foodhub: grazie alla loro vocazione e collocazione geografica, i Centri agroalimentari possono valorizzare anche i prodotti dei territori, garantendo l’ottimizzazione della filiera dei freschi e assicurando un prezzo equo al consumatore. Le strutture mercatali dovranno essere l’emblema della filiera corta, diventando un ponte tra la produzione e la distribuzione, riducendo le distorsioni e le inefficienze presenti nel settore ortofrutticolo e favorendo l’aggregazione dell’offerta.

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