«Nessun boom di vendite, nonostante i ponti»

Arcangeli (Siwa): «Bene carciofi e fragole, tendono a calare i meloni siciliani»

«Nessun boom di vendite, nonostante i ponti»
I due ponti (quello pasquale prima, poi quello del 25 aprile) non hanno giovato più di tanto ai mercati: le vendite sono rimaste pressoché ferme ad esclusione di qualche prodotto dall’andamento regolare, come carciofi e fragole. A segnalarlo a IFN è Valter Arcangeli, titolare della Siwa Srl, importante azienda grossista operante al Car di Roma.

“Per quanto riguarda i carciofi, il tempo ci ha aiutato parecchio – spiega a IFN – e la richiesta è stata costante in questo ultimo periodo. Stiamo vendendo il carciofo Life nella fascia prezzi 0,20/0,60 a capolino in base a calibro e pezzatura ma credo che la prossima settimana le quotazioni scenderanno”. Siwa commercializza anche il carciofotto a 0,30/0,50 euro, mentre i carciofini raggiungono 1,20/1,50 euro a chilogrammo.



“Gli asparagi sono passati da 1,50 euro al chilogrammo della scorsa settimana, prezzo determinato dal fermo domanda/risposta mentre ora sono aumentati leggermente fino a 2/2,50 euro al chilogrammo – commenta il grossista – Il problema sono però le rimanenze che, a causa di una limitazione delle vendite, si sommano all’arrivo di prodotto nuovo: per capirci stiamo scaricando dieci e vendendo due”.

Positivo il trend delle fragole: se la Candonga® dalla Basilicata è commercializzata su 3/3,50 euro al chilogrammo, i frutti provenienti da Sicilia e Campania raggiungono quotazioni intorno a 1,50/2 euro al chilogrammo.



Per quanto riguarda i meloni, Siwa ha smesso di lavorare il prodotto dal Marocco per inserire quello siciliano. Ma sul trend commerciale il venditore sottolinea: “Non c’è un buon andamento a causa delle temperature finora altalenanti. Inoltre le quotazioni rappresentano un grosso problema: se i produttori ci chiedono di aumentare i prezzi per far fronte ai rincari, dall’altra parte i consumatori non sono disposti ad acquistare con quotazioni così elevate: per questo motivo ci ritroviamo con parecchie rimanenze”. Attualmente Arcangeli commercializza il melone nella fascia prezzo 2/2,50 euro al chilogrammo e per la prossima settimana si prevede una tendenza a scendere. “Ancora il mercato dei meloni non è veramente partito e la campagna ha quasi un mese di ritardo – commenta – oggi (ieri per chi legge, ndr) fortunatamente abbiamo una giornata di sole, speriamo che possa giovare agli acquisti”.

Il venditore sottolinea l’importanza della stagionalità: “In molti per i meloni, così come per altri prodotti, iniziano a fare stacchi in anticipo: una situazione a cui non corrisponde il gusto ottimale dei frutti. Per questo motivo chi li assaggia da acerbi, tende a non riacquistarli più: un trend che può fare molto male a tutto il mercato, soprattutto in un’epoca in cui la stagionalità non è definita, considerati anche gli arrivi dall’estero. Se questa è una conseguenza della globalizzazione, forse dobbiamo iniziare a interrogarci su come cambiare il nostro lavoro, non possiamo continuare ad operare come facevamo fino a dieci anni fa”.


Galleria del Car di Roma, foto di archivio

Ma la stagionalità sempre più labile non è l’unico problema con cui devono fare i conti i mercati all’ingrosso. “Lato produzione – conclude Arcangeli - tutti aumentano il costo dei prodotti per assorbire i rincari ma nelle tasche dei consumatori ci sono sempre meno risorse. Anche se il settore del turismo e della ristorazione sono in ripresa, non gira abbastanza  moneta e i consumatori risparmiano anche sulla spesa alimentare. E’ un volano: se non mettiamo risorse in circolazione, i mercati soffriranno sempre di più perché i prezzi continueranno ad aumentare, a discapito di chi compra”.

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