Fragole, Nova Siri Genetics amplia la ricerca

Carmela Suriano: «Consolidiamo la nostra posizione in nuovi areali»

Fragole, Nova Siri Genetics amplia la ricerca
Produrre con nuovi parametri e maggiore attenzione all’ambiente e ai consumatori, mettendo al primo posto sempre il gusto. Si sviluppa in quest’ottica il lavoro di Nova Siri Genetics, che ieri mattina a Policoro (Matera) ha inaugurato il nuovo centro di ricerca e sperimentazione di fragole e berries.
Il nuovo polo è dotato di un laboratorio, una serra di accrescimento e circa 10 mila metri quadrati di tunnel serra in cui valutare le varietà delle bacche: al momento la ricerca si sta sviluppando su 3300 varietà coltivate secondo le migliori tecniche colturali.


“Abbiamo fondato Nova Siri Genetics per unire la filiera della ricerca fino ai consumatori, offrendo al mercato varietà dalle caratteristiche ricercate - spiega a IFN Carmela Suriano, business development director Emea di Nova Siri Genetics – Con la nostra attività di ricerca siamo già presenti in tutto il Mediterraneo, ora vogliamo consolidare la nostra posizione in nuovi areali produttivi nel mondo. Puntiamo ad una vera e propria internazionalizzazione della nostra attività e abbiamo già iniziato a collaborare con realtà messicane, sudafricane e australiane, molte delle quali presenti oggi: il fatto che arrivino da lontano per osservarci, ci fa ben sperare”. E aggiunge: “Anche se siamo in un momento difficile, dettato dai rincari, dall’andamento pandemico e dalla guerra al cuore dell’Europa, dobbiamo continuare a guardare avanti perché solo la ricerca e l’innovazione possono portare al progresso”. Suriano ha sottolineato come l’obiettivo del nuovo centro sia cercare cultivar adatte ad essere prodotte con tecniche colturali a basso impatto ambientale e allo stesso tempo rispettose della salute dei consumatori.



Sugli attuali trend commerciali della campagna fragolicola, Suriano commenta: “La stagione è caratterizzata da un andamento climatico sfavorevole, oltre ad una profonda crisi economia europea: un mix di fattori che non aiuta in alcun modo le vendite”. Un vantaggio arriva però dalle preziose proprietà nutraceutiche di questi frutti: “Fragole e berries sono considerati sul mercato come dei superfoods quindi continuano ad essere più richiesti di altri prodotti”.

Rimane invece lontano il rischio di sovrapposizione con la campagna spagnola: “La situazione climatica nelle regioni meridionali, dalla Sicilia alla Campania fino alla Calabria, è buona: la produzione è già iniziata a gennaio e, grazie alle nostre varietà complementari, potrà durare per altri sei mesi fino a giugno. Una condizione che evita i picchi di produzione e facilita anche una migliore gestione della manodopera”.



Da Nova Siri Genetics segnalano come lato produzione, le richieste rimangono sempre le stesse: piante a basso impatto ambientale, rustiche e precoci, dal momento in cui i frutti sono sempre più richiesti anche nei mesi invernali. Un altro aspetto particolarmente valorizzato è la shelf life del prodotto: “Dev’essere la migliore possibile perché i mercati di vendita spesso sono lontani dalle aree di produzione – sottolinea Suriano – in particolare la Spagna esporta tanto in nord Europa (Inghilterra, Norvegia, Svezia) quindi è fondamentale la durata del prodotto, che non deve ‘perdere’ in termini di brillantezza e consistenza. Inoltre, è fondamentale mantenere sempre le stesse caratteristiche organolettiche superiori, come la polpa rossa, che rende le bacche attraenti dal punto di vista estetico”.



Venendo alle prospettive del mercato, un elemento che fa ben sperare i produttori fragolicoli è la continua richiesta da parte del mercato europeo: in questo senso, l’Italia può ritagliarsi un margine di crescita importante. L’importante è che le nuove varietà sappiano rispondere alle richieste del mercato, quindi  rusticità, precocità ed ottime caratteristiche organolettiche, oltre ad un comportamento assurgente che consente di avere tutte le fragole fuori dalla massa fogliare e quindi più facilmente raccoglibili.
“Ricordiamo – conclude Suriano – che una varietà è ottimale solo quando tutti gli attori della filiera (vivaista, produttore, mercato) possono trarne un vantaggio”.




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