Siccità, danni stimati per un miliardo di euro

La produzione agricola è la prima a rimetterci, semine e raccolti sono a rischio

Siccità, danni stimati per un miliardo di euro
Manca la pioggia, in alcuni territori da oltre tre mesi non si vede una goccia d’acqua e i campi sono completamente prosciugati. E’ la situazione con cui sta facendo i conti la maggior parte dei distretti produttivi italiani e che si riflette direttamente sui ricavi del settore agricolo: i danni previsti ammontano a quasi un miliardo di euro. A mettere in guardia sulla drammatica situazione in atto è il quotidiano La Repubblica, che ha dedicato un intero dossier al cambiamento climatico.

A livello italiano – si legge nell’articolo - la situazione più grave è al nord Italia: “Dopo tre mesi senza pioggia, il fiume Po ha un livello idrico più basso di quello abituale di agosto” ha denunciato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
Una situazione che si trascina da parecchi mesi: “Le piogge si erano già indebolite negli ultimi mesi dello scorso anno, e sulle Alpi c’è stata una debole presenza di neve – ha spiegato Donato Rotundo, direttore area sviluppo sostenibile e innovazione di Confagricoltura - Per alcuni bacini i dati sono impressionanti, c’è il 65% di acqua in meno”.
Altrettanto drammatica la situazione nelle zone collinari del centro Italia, dove a soffrirne di più sono le colture di grano e legumi: in particolare queste ultime non riusciranno a crescere se non arriverà la pioggia.



Anche i dati raccolti dall’Anbi fanno riflettere: in Valle d’Aosta a febbraio c’era il 50% di neve in meno e il 74% di pioggia in meno rispetto alle medie stagionali; in Piemonte la pioggia è stata il 90% in meno, in Lombardia si rilevava il 53% di riserve idriche in meno mentre l’latezza dell’Adige in Veneto si è ridotta di un metro rispetto al 2021. E ancora in Umbria il lago Trasimeno e Tevere sono ai minimi storici. Il tutto mentre il Sud Italia in parte si allaga (come è successo in ottobre con l’uragano registrato in Sicilia), mentre in altre zone persistono gravi problemi di siccità.

“Negli invasi in Puglia c’è il 22% di acqua in meno – sottolinea Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti – e ne risentiranno i pomodori, la preparazione dei terreni si presenta molto difficile, e il seme rischia di non germinare non trovando la giusta umidità nel terreno. E questo incide anche sulle colture della frutta”.

E se l’irrigazione si presenta come la giusta soluzione in queste situazioni di emergenza, i produttori devono fare i conti con i rincari energetici: “I costi del gasolio rendono veramente onerosa l’irrigazione dall’alto – commenta Bazzana – Bisogna intervenire sulla rete e trovare un modo di trattenere l’acqua, sia per non disperderla che per evitare i danni dovuti alle bombe d’acqua improvvise”, commenta Bazzana.



E non è a rischio solo l’agricoltura: considerato il livello idrometrico dei laghi, con gli invasi sotto il livello, anche il settore turistico potrebbe risultare compromesso. La situazione più grave si registra al lago di Como e di Garda, dove le strutture potrebbero essere costrette a dividere l’acqua potabile con le aziende agricole e i residenti.

E se per ora l’unica soluzione è l’attesa della pioggia, possiamo imparare molto per evitare in futuro gli stessi problemi. Per esempio adottando sistemi di risparmio idrico legati all’agricoltura 4.0 o altre soluzioni innovative come l’acquaponica.
“Molte speranze sono riposte nel Pnrr – conclude l’articolo – a ottobre il ministro delle politiche agricole ha approvato 149 progetti strategici nel settore delle infrastrutture irrigue. Gli invasi e il sistema irriguo sono la voce di maggiore peso nei progetti varati in autunno: 880 milioni”.

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