Fertilizzanti, si guarda a Stati Uniti e Canada

Lo dice il ministro Patuanelli: «Ragionare a livello europeo»

Fertilizzanti, si guarda a Stati Uniti e Canada
Forniture alternative. La guerra in Ucraina va avanti e il mondo agricolo si scopre dipendente da alcuni mercati - quello russo e ucraino in particolare - per energia, cereali e fertilizzanti. Proprio la disponibilità di fertilizzanti è uno dei temi in cima all'agenda politica, come ha ricordato la settimana scorsa il ministro Stefano Patuanelli. La Russia, infatti, stando ai dati di Confagricoltura produce il 15% dei fertilizzanti globali e aveva già interrotto le esportazioni di nitrato d'ammonio prima dello scoppio del conflitto.



Proprio il ministro Patuanelli in commissione parlamentare ha ricordato che se per i cereali un ruolo chiave lo gioca l'Ungheria, e l'Italia in prospettiva guarderà a Francia e Germania, per i fertilizzanti si rivolgerà a Stati Uniti e Canada. "Siamo in contatto stretto, attraverso le diplomazie, proprio per garantire che ci sia la capacità di indirizzare verso questi Paesi le nostre esigenze di approvvigionamento ma credo che anche a livello europeo una riflessione sulla sovranità alimentare del nostro continente debba essere fatta. Non credo che si possa ragionare come singolo Stato membro proprio per evitare atteggiamenti come quelli che inizialmente sembravano esserci da parte ungherese, che per fortuna sono stati scongiurati, ma sia necessario che a livello europeo si possa garantire che le produzioni all'interno dell'Unione europea assicurino gli approvvigionamenti necessari e che non ci si debba rivolgere a Paesi terzi per garantire la possibilità ai nostri produttori di avere la materia prima".

Ma rivolgersi ai mercati nordamericani - come fatto notare Milena Gabanelli su Dataroom del Corriere della Sera - vuol dire avere alti costi della logistica e tempi lunghi per i trasporti.
Con il Dl Ucraina (clicca qui per leggere la notizia) sono state varate misure in favore dell'agricoltura ed è stata ampliata la possibilità di utilizzare il digestato come fertilizzante per terreni.



Ma come ci porremo rispetto al Green New Deal e alla strategia Farm to Fork and Biodiversity alla luce di questo nuovo contesto? "Noi ci porremo, come abbiamo fatto fino adesso, ricordando che le attività produttive agricole hanno come obiettivo quello di produrre cibo: devono farlo cercando di limitare l'impatto sull'ambiente, devono essere messe nelle condizioni di poterlo fare, ma devono continuare a farlo - è la risposta del titolare del dicastero di via XX Settembre - Non è pensabile che il trattore che inquina meno sia quello fermo. Ma io credo che non possa essere obiettivo, né di un Ministro delle Politiche agricole, né di un Governo e né di un Paese, quello di fermare i trattori. Bisogna mettere quei trattori in condizione di inquinare il meno possibile, con la consapevolezza che questo meno possibile non sarà mai zero. Sarà necessario garantire, però, che quel trattore possa portare il cibo sulle tavole di tutti gli italiani: credo che questa sia una posizione molto chiara e netta".

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