Trasporti, la Sardegna riparte

La conta dei danni con Lotta (Agricola Campidanese) e Mele (Sa Marigosa)

Trasporti, la Sardegna riparte
Dopo una settimana di blocco totale ai trasporti, la Sardegna inizia a tirare un sospiro di sollievo. I collegamenti interni sono già ripresi e, man mano che passano le ore, nell’isola tornano anche i vettori provenienti dalle altre regioni italiane. Allo stesso tempo è iniziata la lunga conta dei danni per tutte le aziende che hanno visto i loro ordini bloccati per giorni o fermi a marcire nei campi.

La voglia di ripartire in normalità è tanta ma, purtroppo, sono tanti anche i danni causati nell’ultima settimana. “Questa mattina (ieri mattina per chi legge, ndr) la logistica è già stata riattivata ma probabilmente saremo al 100% solo da domani – spiega a IFN Marco Lotta, responsabile commerciale e logistica di Agricola Campidanese - L'Orto di Eleonora – molti vettori provengono infatti da altre regioni e sono in viaggio proprio in questo momento”.
E continua: “La scorsa è stata una settimana molto buia, saranno mancati un totale di 300 mila euro. L’ennesima ciliegina sulla torta per un periodo che era già molto particolare: come tutti gli anni in questa stagione non abbiamo grandi vendite perché siamo in preparazione per la campagna estiva, inoltre era già un periodo complicato per le carenze di prodotto dei mesi invernali e le successive gelate. Quindi lo sciopero non ha fatto altro che aggravare il tutto”.


Marco Lotta in un'immagine di archivio di IFN

Se finora i blocchi in Sicilia, Puglia e Campania avevano giovato sui prodotti sardi, sempre più richiesti dai mercati; ora la situazione è all’opposto e la Sardegna ha vissuto questa volta il risvolto della medaglia. “E’ una situazione di mercato molto complicata da gestire perché i clienti perdono fiducia – commenta Lotta – già per noi la situazione logistica non è delle migliori considerato che siamo su un’isola ma, nonostante tutto, facciamo ogni giorno consegne AxB. Ma basta chiudere due porti com’è successo e rimaniamo completamente isolati. I retailer che non si appoggiavano da Cedi in Sardegna hanno avuto tante difficoltà: mancavano i prodotti e, in alcuni casi, i banchi erano completamente vuoti come in una situazione surreale”.



Durante la scorsa settimana, alcuni prodotti prima destinati alle altre regioni sono rimasti all’interno del territorio sardo. “Fino a martedì non riuscivamo a portare a termine neanche le consegne interne all’isola poi la situazione si è sbloccata grazie alle misure introdotte per le consegne dei prodotti deperibili – sottolinea Lotta – e a questo punto alcuni retailer hanno anche aumentato gli ordini per mantenere una continuità di offerta: in molti hanno preferito i prodotti sardi a quelli di altre regioni, per esempio il camone al posto del ciliegino siciliano. Siamo stati costretti anche a fare diverse promozioni sui prodotti più deperibili come fragole e asparagi: solitamente sono destinati al di fuori della Sardegna ma non avendo alcuna rete logistica disponibile, abbiamo dovuto ricollocarli sul nostro territorio”.



E nonostante ora la situazione sia in ripresa, permangono le preoccupazioni. “Hanno promesso il taglio delle accise per un solo mese, dopo di che cosa succederà? – si interroga Lotta – per non parlare dello sciopero nazionale in programma il 4 aprile, che ci costringerà a fermarci nuovamente. Un’altra settimana di stop alla logistica sarà insostenibile dal punto di vista economico, considerato che dobbiamo già fare i conti con gli aumenti di energia e le perdite di fatturato si fanno davvero sentire”.


Carciofi prodotti dall'azienda Sa Marigosa, foto di archivio IFN

A sottolineare i danni subiti dal comparto è anche Paolo Mele, presidente dell'Op Sa Marigosa e di Confagricoltura Sardegna. “Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stato il primo giorno di ritorno alla normalità – spiega a IFN – ma i danni sono stati davvero ingentissimi”.
Tra le colture più colpite ci sono i carciofi: il 95% della nostra produzione è destinata ad altre regioni italiane e, senza alcun tipo di trasporto disponibile, la merce è rimasta bloccata nell’isola.

“Non siamo riusciti a ricollocarlo internamente – sempre Mele – per cui il prodotto che era già dentro i camion è finito al macero. La stessa sorte è toccata ai carciofi che non erano ancora stati raccolti: lasciando il prodotto in campo, le piante sono inevitabilmente invecchiate e non abbiamo raccolto praticamente niente. La stragrande maggioranza delle coooperative ha agito come noi: o hanno buttato il prodotto o è rimasto nei campi”.



Stessa situazione per pomodori e asparagi: “Si cercava di tagliarli ma le celle frigorifere erano già tutte piene – commenta il presidente di Sa Marigosa – non ci saremo mai aspettati un blocco da sei giorni. Lo sciopero ha dato una ‘bella’ botta a tutto il comparto, considerato che le merci hanno ricominciato a circolare solo da sabato scorso”.

E in attesa dello sciopero nazionale del 4 aprile, Mele dice: “Speriamo che possa esserci buonsenso da parte di tutti altrimenti diventa una guerra tra poveri. Con questi scioperi non si arriva a una giusta soluzione, considerati anche gli aumenti delle materie prime. L’unica soluzione possibile è a livello nazionale, quando non europea e mondiale: in generale siamo carenti di materie prime e ne stiamo pagando lo scotto. La politica agricola è da rivedere dalla basi, per capire che gli errori accumulati negli anni li stanno pagando i consumatori e tutto il comparto”.


In apertura un'immagine di archivio dello sciopero dei trasporti in Sardegna

Copyright 2022 Italiafruit News