Attualità
«Situazione anomala, la filiera sia matura»
Salvatore Lotta: «Siamo al limite, trovare un nuovo equilibrio»
Il carciofo in campagna soffre gli effetti dell'ondata di freddo, ma quando il consumatore incontra un prodotto già mondato o dalla forte identità territoriale - e la distribuzione dà la giusta spinta nel punto vendita - allora le vendite prendono un'altra intonazione. Lo spiega a IFN Salvatore Lotta, direttore commerciale dell'Op Agricola Campidanese di Terralba (Oristano).
Il mercato degli ortaggi vive una stagione complicata e il carciofo non è da meno. "C'è una contrazione dei consumi, sembra che negli ultimi giorni si stia muovendo qualche cosa finalmente, ma lo abbiamo notato soprattutto per carote e patate, una sorta di prodotti rifugio: negli ultimi giorni gli ordini per queste referenze sono aumentate in maniera sensibile - rileva il manager - Per quanto riguarda il carciofo, invece, dopo un gennaio di sostanziale tenuta, a febbraio la contrazione dei consumi è stata forte, complice le gelate che hanno compromesso il prodotto un po' in tutti gli areali produttivi del Paese. In Sardegna abbiamo avuto gelate per cinque giorni di seguito e la pianta ne risente".
Per le soluzioni con un contenuto di servizio come i cuori di carciofo, un prodotto di prima gamma evoluta, la situazione è diversa. "Le vendite sono interessanti e quando una catena ci punta i risultati si vedono", rimarca il direttore commerciale dell'Op Agricola Campidanese, che da quest'anno produce i cuori di carciofo con la marca del distributore Origine di Coop.
I timori, però, sono tutti per gli scenari economici e geopolitici. "E' una situazione anomala quella che stiamo vivendo - prosegue Lotta - La gente inizia ad essere preoccupata: da una parte la guerra in Ucraina, dall'altra le bollette energetiche che aumentano a dismisura. Chi per necessità, chi per paura, si inizia a risparmiare: e questo non è uno scenario positivo per l'ortofrutta. Sarebbe il momento di essere filiera per davvero, ci vorrebbe una filiera più unita e matura: dovremmo guardare realmente ai costi produttivi e ragionare insieme, dalla produzione alla distribuzione, sulla migliore strategia da mettere in campo: possiamo decidere di lavorare senza guadagnare, ma in modo da far fronte al momento difficile senza lasciare indietro nessuno. Sarebbe un segnale forte da dare anche ai consumatori: se ci sono persone che hanno problemi a fare la spesa dobbiamo trovare una soluzione, ma per capirci non si può dare una risposta all'operaio affamando il produttore".
Il mercato degli ortaggi vive una stagione complicata e il carciofo non è da meno. "C'è una contrazione dei consumi, sembra che negli ultimi giorni si stia muovendo qualche cosa finalmente, ma lo abbiamo notato soprattutto per carote e patate, una sorta di prodotti rifugio: negli ultimi giorni gli ordini per queste referenze sono aumentate in maniera sensibile - rileva il manager - Per quanto riguarda il carciofo, invece, dopo un gennaio di sostanziale tenuta, a febbraio la contrazione dei consumi è stata forte, complice le gelate che hanno compromesso il prodotto un po' in tutti gli areali produttivi del Paese. In Sardegna abbiamo avuto gelate per cinque giorni di seguito e la pianta ne risente".
Per le soluzioni con un contenuto di servizio come i cuori di carciofo, un prodotto di prima gamma evoluta, la situazione è diversa. "Le vendite sono interessanti e quando una catena ci punta i risultati si vedono", rimarca il direttore commerciale dell'Op Agricola Campidanese, che da quest'anno produce i cuori di carciofo con la marca del distributore Origine di Coop.
I timori, però, sono tutti per gli scenari economici e geopolitici. "E' una situazione anomala quella che stiamo vivendo - prosegue Lotta - La gente inizia ad essere preoccupata: da una parte la guerra in Ucraina, dall'altra le bollette energetiche che aumentano a dismisura. Chi per necessità, chi per paura, si inizia a risparmiare: e questo non è uno scenario positivo per l'ortofrutta. Sarebbe il momento di essere filiera per davvero, ci vorrebbe una filiera più unita e matura: dovremmo guardare realmente ai costi produttivi e ragionare insieme, dalla produzione alla distribuzione, sulla migliore strategia da mettere in campo: possiamo decidere di lavorare senza guadagnare, ma in modo da far fronte al momento difficile senza lasciare indietro nessuno. Sarebbe un segnale forte da dare anche ai consumatori: se ci sono persone che hanno problemi a fare la spesa dobbiamo trovare una soluzione, ma per capirci non si può dare una risposta all'operaio affamando il produttore".
Agricola Campidanese è in produzione con carciofi, carote, patate, è partita la campagna fragole e sta raccogliendo i primi asparagi. Ma ora si paventa un nuovo blocco dell'autotrasporto. "Oggi non ritireremo prodotto perché sappiamo di non poter spedire. Rischiamo di perderci ancora una volta - conclude Salvatore Lotta - Questa è l'evidenza di come la situazione sia ormai al limite: la filiera deve sedersi a un tavolo e prendere una iniziativa costruttiva per ritrovare un equilibrio tra le parti".
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