Piatti pronti in ortofrutta, è boom

Un mercato da 300 milioni: crescita inarrestabile. Ecco le dinamiche

Piatti pronti in ortofrutta, è boom
Sono anni, ormai, che anche nel banco frigo del reparto ortofrutta della Gdo si vendono piatti pronti a base vegetale insieme a IV e V Gamma. Da quando i piatti pronti hanno trovato questa duplice destinazione a scaffale (oltre a quella di nascita della gastronomia e del fresco), sono stati inseriti – impropriamente secondo la classificazione Ecr – nella V Gamma insieme alle verdure cotte, crescendo in modo vertiginoso nell’ultimo decennio. Anzi, proprio negli ultimi anni l’aumento delle numeriche trattate dai negozi ha dato ulteriore smalto ai piatti pronti, tanto da farli diventare una sotto categoria con una vera e propria dignità all’interno dello scaffale refrigerato dell’ortofrutta, con spazio e visibilità importanti.

Ma quanto vale questo mercato? Nel complesso si parla di un numero enorme, vicino ai 300 milioni di euro nel 2021 per la Gdo, ma è necessario distinguere le prestazioni vendute nella gastronomia e nel fresco rispetto a quelle vendute prettamente in ortofrutta (che nelle nostre analisi a livello di brand comprendono anche le Private Label).

Nel grafico seguente trovate un’analisi su ipermercati e supermercati per il 2021: la quota a valore di “preparati, piatti pronti e specialità” (secondo la classificazione Ecr) venduti in ortofrutta è preponderante (55,3%) rispetto al resto dei prodotti proposti negli altri reparti (44,7%). Tuttavia, nel 2021 rispetto al 2022, il trend a valore delle referenze dell’ortofrutta (+13,5%) è meno intenso di quelle della gastronomia (+37,6%), anche se sempre in doppia cifra.


Confrontando gli andamenti delle vendite a valore con quelli a volume, in chilogrammi, emerge una certa valorizzazione per la categoria poiché la crescita in euro supera quella delle quantità vendute. Questo deriva da una tendenza in atto negli assortimenti che privilegia l’inserimento delle monoporzioni che, a parità di quantità di prodotto, hanno un euro chilo più alto. Questa tendenza sembra più forte nella gastronomia rispetto ai prodotti venduti prettamente in ortofrutta.



Una differenza tra i piatti pronti venduti in ortofrutta rispetto agli altri reparti si nota anche a livello di stagionalità. Fatto cento le vendite nei 12 mesi, i piatti pronti venduti in ortofrutta hanno una quota 2021 superiore a quelli degli altri reparti nel primo trimestre e a ottobre e novembre. In tutti gli altri mesi la quota di venduto è inferiore. Nel caso del reparto ortofrutta, l’acquisto è più legato ai mesi freddi rispetto a quelli primaverili ed estivi.



Entriamo più nel merito delle categorie. All’interno dei piatti pronti venduti in ortofrutta la parte del leone, a livello di vendite a valore, la fanno i “primi piatti” (82,9%) lasciando agli “altri piatti pronti” (composti da contorni, insalate, polenta ed altri) una quota minima e pari al 17,1% delle vendite. Anche i trend sono differenti e a vantaggio dei primi piatti (+14%), anche se gli altri piatti pronti vanno comunque in doppia cifra nel 2021 (+12%). È chiaro che il 2021 sia stato un anno di recupero rispetto al 2020 in cui la pandemia ha penalizzato molte categorie dei prodotti servizio.





Finiamo dando uno sguardo alle vendite per i primi piatti a gennaio 2022: emergono trend esaltanti per tutte le famiglie di prodotto, con le “zuppe e passate” che segnano un +20% rispetto allo stesso mese del 2021. L’avanzata dei prodotti servizio, passati i picchi della pandemia, sembra inarrestabile.



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