Ortaggi, scatta l’ora del risparmio?

Da Nord a Sud prezzi in flessione e domanda bloccata: i commenti

Ortaggi, scatta l’ora del risparmio?
All'ingrosso i prezzi degli ortaggi flettono, si stabilizzano su valori inferiori rispetto alle ultime due settimane, ma nonostante questo nei mercati la domanda non aumenta. Ci sono operatori che collegano il fenomeno all’effetto risparmio delle famiglie italiane: con rincari sempre più alti per energia elettrica e benzina, in molti avrebbero iniziato a ‘tagliare’ la spesa alimentare. Ora, forse è ancora prematuro dire che al posto dell'ortofrutta fresca i consumatori preferiscano conserve, pasta e altri prodotti a lunga conservazione, ma questo pensiero è diffuso tra i grossisti.

Mercato ortofrutticolo di Vittoria

Dal mercato alla produzione di Vittoria è intervenuto il presidente dell'Associazione dei Concessionari dell'Ortomercato, Giuseppe Zarba.

Mercato ortofrutticolo di Vittoria, immagine di archivio

“Il mercato è quasi fermo e non ci sono richieste – spiega a IFN – a parte la zucchina che mantiene un po’ il suo prezzo, tutti gli altri articoli sono in discesa. Il problema è generale e a causarlo sono i rincari su beni energetici e sulla benzina: è ovvio che poi le famiglie decidono di risparmiare sul cibo e invece che acquistare il pomodoro ciliegino, optano per la latta di passata”. Ma questa è solo l’ennesima situazione di crisi che sta vivendo il mercato di Vittoria, con i ribassi dei prezzi che erano iniziati prima del blocco dei trasporti. “Sicuramente il fermo degli autotrasportatori ha contribuito a stoppare le vendite – continua Zarba – poi ci eravamo un po’ ripresi dato che i supermercati avevano finito le scorte di ortofrutta e ora siamo di nuovo bloccati, in attesa di un nuovo possibile sciopero dei camionisti”.

Mercato ortofrutticolo di Fondi

Gianpaolo Forcina

Risalendo la penisola fino ad un altro grande mercato alla produzione, quello di Fondi, abbiamo interpellato Gianpaolo Forcina, marketing manager della Forcina Marco & C, azienda operante al Mof: “Completato il mese di febbraio, la situazione sembrava andare per le migliori con una domanda abbastanza lineare su tutti i mercati – dice a IFN – sia il mercato italiano che l’export con l’estero ci permettevano di commercializzare buone quantità di prodotti”. Il vero e proprio ‘scossone’ secondo Forcina c’è stato a marzo: “A inizio mese i mercati si sono bloccati: sono scese le richieste dell’export e le vendite di tutti gli ortaggi in generale, situazione che ha portato ad un abbassamento dei prezzi”. Ad oggi la cicoria a mazzi e le biete raggiungono quotazioni di 1,80/1,90 euro al chilogrammo, mentre il cavolfiore è l’unico prodotto che regge il mercato: “Ne abbiamo poca disponibilità e una grossa richiesta dall’estero – sottolinea l'operatore – oggi lo stiamo vendendo da 1 euro a salire, nei prossimi giorni raggiungerà sicuramente il prezzo di 1,20 euro al chilogrammo”.

Un daikon venduto nello stand di Forcina

Oltre al cavolfiore, solo i prodotti per l’export stanno sopravvivendo alla crisi, come il finocchio lavorato (1,40/1,50 euro), il ravanello (4/4,50 euro al collo), le carote a mazzi (6,50 euro a collo) e il daikon small quasi introvabile (5 euro). “Su tutti gli altri articoli - conclude Forcina - c’è una buona offerta ma la domanda viene a mancare”.

Ortomercato di Brescia

Da Fondi siamo passati al nord Italia e abbiamo raccolto informazioni all’ortomercato di Brescia. Qui ha sede lo stand di Eurorinascita. “I prezzi degli ortaggi sono in calo – ci racconta il venditore Marco Vaccari – e le vendite sono davvero poche, rispetto allo scorso anno notiamo un calo del 20%. La gente che compra quasi non c’è e il problema secondo me è del caro gasolio che incide molto sui prezzi. In generale i produttori vorrebbero quotazioni più alte per i loro prodotti ma è impossibile raggiungerle al mercato perché dobbiamo fare i conti con il caro gasolio”.

Lo stand di Eurorinascita all'Ortomercato di Brescia

Attualmente Eurorinascita sta commercializzando le zucchine a 1,40/1,50 euro al chilogrammo, i cavoli bianchi a 1,30 euro al kg, il cavolo romanesco a 1,30/1,60 euro al kg.

“Tra i prodotti il cui prezzo è sceso molto ci sono le melanzane – sottolinea il grossista – se la scorsa settimana le vendevamo a 1,10/1,20 euro al chilogrammo, ora sono distribuite a 0,90 euro al kg”.

Bassi anche i prezzi dei carciofi come il violetto egiziano (0,45/0,50 euro al capolino), il carciofo tunisino (0,55/0,60 euro al capolino) e l’Apollo da Battipaglia (0,70/0,980 euro di alta qualità e 0,45/0,50 euro di media qualità).

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