Assicurazioni, in Romagna non tutte prevedono il gelo

Francia (Condifesa Ravenna): «Accordo insoddisfacente ma l'unico possibile»

Assicurazioni, in Romagna non tutte prevedono il gelo
Le temperature notturne in Romagna continuano a scendere sotto lo zero già da qualche settimana, ma la campagna assicurativa è partita solo ora nel ravennate, in ritardo di qualche giorno rispetto agli anni passati e con una sorpresa: non tutte le assicurazioni coprono l’evento più temuto ora dalle aziende, il gelo. Da parte del Condifesa Ravenna è stato infatti raggiunto un accordo normativo e tariffario con alcuni gruppi assicurativi per la campagna assicurativa contro gelo brina e le altre avversità atmosferiche.



“L’accordo non ci soddisfa - spiega a IFN il presidente Stefano Francia (foto sopra) – a causa degli aumenti tariffari, delle condizioni di assicurazione e della limitatissima capacità offerta dagli assicuratori per la polizza gelo/brina. Gli aumenti, per chi assicura le catastrofali, sono intorno al 9%, 5% per chi assicura solo grandine, vento ed eccesso pioggia. Molte compagnie, però, a causa degli andamenti degli ultimi anni, hanno deciso di non coprire più le aziende dal rischio gelo. In questo momento, l’accordo che abbiamo raggiunto, è l’unico possibile”. 



Una volta sottoscritta la polizza, c’è una carenza contrattuale di 12 giorni, questo significa che la copertura non è immediata e in caso di gelate o brinate in quel lasso di tempo a farne le spese maggiori sarebbero gli albicocchi ed i susini. “Un’altra coltura che potrebbe subire danni in questo periodo di vuoto assicurativo è il kiwi, che però al momento è ancora indietro quindi le basse temperature non dovrebbero recare problematiche al futuro prodotto prima di un paio di settimane”.

Dice la sua anche Stefano Pirazzini, titolare della società agricola La Quercia, nel ravennate, abituato ad assicurare tutto, dalle drupacee all’uva. “Ho sentito un broker che lavora con diverse assicurazioni – racconta a IFN – e al momento non si vede nessuno spiraglio per assicurarsi contro il gelo”. “Fortunatamente - continua - le fioriture degli albicocchi sono indietro rispetto agli anni passati quindi le temperature sotto zero per il momento non ci spaventano perché la fioritura è prevista dopo il 15 marzo”.


 
Essendo i fiori ancora chiusi – prosegue Pirazzini – l’albicocco resiste all’abbassamento termico perché l’ovario del fiore ha tante sostanze all’interno che fungono da antigelo. Il problema maggiore sorge dopo la fioritura e l’allegagione, perché i frutti pompano acqua e le sostanze antigelo vengono diluite. Infatti – continua – a spaventarci di più è il mese di aprile”. Mediamente all’anno la spesa di assicurazione per il produttore ravennate si aggira attorno ai 50/60 mila euro all’anno. “Sono dell’avviso che è meglio perdere un dito tutti gli anni che un braccio tutto in una volta. Non mi posso permettere di perdere un’annata, devo sempre garantire il reddito a chi lavora per me”.

Dalla Basilicata il produttore Giuseppe Corrado di Nova Siri commenta così l’ultima annata prima dell’entrata in vigore della nuova Pac: “Ricorrere alle misure per la copertura dei rischi agricoli sta diventando oltremodo complicato negli ultimi tempi, sia per i costi elevati che per le prestazioni che noi agricoltori riceviamo in caso di sinistro. Inoltre, si avverte una sempre più diffusa ritrosia delle compagnie assicuratrici ad assumere i rischi ed offrire all’utenza copertura in linea con le esigenze”.



E continua: “Visto ormai le conclamate difficoltà se non il fallimento del sistema assicurativo, sono sempre meno le compagnie che assicurano con indennizzi miseri oltre a costi e franchigie alte o allungamento dei giorni di mancata copertura: Per il gelo dalla stipula devono passare 12 giorni, per la siccità 30.”

Corrado lancia una proposta: “Sarebbe il caso a mio avviso di provare a costruire tunnel di protezione non più con i crediti d’imposta ma direttamente tramite banche, enti pubblici, ditte installatrici, agricoltori, serre o tunnel che diano una garanzia pluriennale. Un tunnel fatto bene copre diverse annualità e al limite ci sarebbe da sostituire il telo di copertura per usura”.

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