«Ortofrutta, ecco perché il futuro è donna»

Alessandra Ravaioli: «Parità di genere molto più di un obiettivo»

«Ortofrutta, ecco perché il futuro è donna»
Il rischio di inflazionare un messaggio è sempre dietro l'angolo, così come quello di banalizzare una ricorrenza. Ma i simboli ci aiutano a tenere accesi i riflettori e anche a dare la giusta considerazione a fenomeni che nella quotidianità possono passare in secondo piano. In occasione dell'8 marzo ci è parso giusto dedicare l'apertura di IFN alla Festa della Donna - e cogliamo l'occasione per rivolgere un augurio a tutte le nostre lettrici - ma abbiamo voluto andare oltre al ramoscello di mimosa per aprire una riflessione capace di approfondire il ruolo femminile nella filiera.

Abbiamo invitato Alessandra Ravaioli, presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, a scrivere un intervento in questa direzione, una riflessione rivolta al futuro e alla crescita del comparto.



Non è certo facile parlare oggi della Giornata Internazionale della Donna quando abbiamo davanti agli occhi le immagini della devastazione della guerra in Ucraina. In realtà proprio oggi dobbiamo riflettere sulla importanza strategica e politica di una rappresentanza femminile paritaria a livello decisionale.

Vediamo il coraggio delle donne in guerra che prendono le loro poche cose, i bambini, e scappano in impervi percorsi per mettere al sicuro la vita, il futuro. Ecco, se c’è una cosa che distingue le donne è la visione di futuro. È nel nostro Dna e andrebbe valorizzata di più.

Della visione di futuro, quella sensibilità che spinge a scelte non immediatamente riconducibili a un ritorno diretto, vorrei parlare oggi come presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta.



Vediamo un po’ di numeri. L’Italia è al 76 posto al mondo nel Global Gender Gap Per colmarlo  potrebbero volerci quasi 100 anni, ma nel complesso, la situazione è migliorata passando dai 108 anni previsti nel 2018 agli attuali 100. A questo risultato ha contribuito una maggiore rappresentanza politica delle donne, anche se la politica rimane la dimensione con le prestazioni peggiori: analizzando i dati mondiali ci vorranno 95 anni per colmare il divario di genere in questo ambito, con le donne che complessivamente detengono il 25,2% dei seggi parlamentari e il 21,2% delle cariche ministeriali. Un’altra area che rappresenta fonte di preoccupazione rispetto al gap di genere è la partecipazione economica, dove si è raggiunto solo un modesto 57,8%, che tradotto vuol dire attendere ben 257 anni prima che la parità di genere possa essere raggiunta. (Fonte: World Gender Gap Report 2020)

Lottare per un obiettivo che si realizzerà tra 100 anni è già visione di futuro!

In ortofrutta, la situazione in termini di parità di genere non è molto diversa. Pochissime donne in ruoli decisionali e una sostanziale destinazione obbligata sul lavoro in specifiche aree operative, legate spesso alla qualità dei prodotti.

Come associazione stiamo realizzando, insieme a CSO Italy, uno studio sullo stato attuale della aziende in termini di ruoli femminili, tipologie di lavoro, welfare, servizi e retribuzioni. È molto importante conoscere lo stato delle cose per poterlo governare.

L’Associazione oggi conta 130 socie da tutta Italia rappresentanti dell’intera filiera ortofrutta, dal prodotto alla distribuzione.
È un’aggregazione con caratteristiche uniche in Europa, che offre uno spaccato di grande interesse sul mondo ortofrutticolo visto dalle donne. Sono due gli  aspetti interessanti che stanno emergendo: aumentano le imprese, soprattutto familiari, guidate da donne e sono imprese che si distinguono per slancio innovativo e presenza sul mercato; aumenta nelle aziende e nelle Organizzazioni di produttori la sensibilità al tema della parità di genere in linea con le strategie europee Green New Deal e del Next Generation Eu. L’obiettivo 5 della strategia europea 2020-2025, infatti, esplicita la necessità di integrare la dimensione di genere in tutte le attività previste da qui al 2030. E’ evidente che le aziende o le Op virtuose avranno più accesso al sostegno finanziario.

Assisteremo sicuramente, in breve tempo, a grandi cambiamenti che daranno preziose opportunità al settore, che ha bisogno di idee, entusiasmo, coraggio, resilienza, conoscenze e attitudini delle professioniste del settore.



L’approccio dell’Associazione, fino ad oggi, è molto legato al tema di “dare voce” a chi non ce l’ha. Il Film Fertile è anche questo. Siamo in dirittura d’arrivo con il montaggio e saremo pronte, per la premiere e i primi festival a partire dal mese di maggio. Fertile è un progetto che ha raccolto con il crowdfunding 37.400 euro. Il settore e i consumatori ci hanno dato la forza di fare questo film che avrà l’ambizione di tenere più vicini produttori e consumatori attenti.

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