«Ispirarsi alla natura per essere sostenibili»

A Faenza c'è un podere dove produrre fa bene all'ambiente

«Ispirarsi alla natura per essere sostenibili»
Nella pianura romagnola, più precisamente tra Faenza e Forlì, si trova una realtà produttiva che ha scelto di fare del benessere del suolo e dell’ambiente i propri valori fondanti. Qui, all’Azienda Agricola Podere Cimbalona, Daniele Bucci e sua moglie Sara coltivano il proprio futuro, e il terreno, nell’ottica di “lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”, raccontano a IFN.



Podere Cimbalona è una giovane impresa agricola certificata biologica di Faenza, che produce principalmente frutta e ortaggi. Ma attenti a dire che faccia “solo” biologico, perché il sistema produttivo aziendale è frutto di sensibilità e adattamento alle caratteristiche proprie dell’azienda, non si trova su nessun disciplinare e in nessun’altra realtà, è unico. “Bisogna porsi il problema di capire cosa si può produrre, come produrlo, dove produrlo e perché lo si vuole fare. Una volta trovate le risposte occorre agire senza deteriorare il suolo ma anzi migliorandolo, rigenerandolo e creando un ecosistema che sia resiliente – racconta Daniele – L’agroecosistema è complesso, pieno di variabili che cambiano nel tempo. Occorre imitare la natura nel prendere scelte di produzione che siano sostenibili e utili sia ora che in futuro. Per fare ciò non esiste un disciplinare, la mia agricoltura è frutto dell’interazione tra agricoltori, ambiente e consumatori”.

Nel podere, la campagna viene curata utilizzando solo metodi naturali che rispettino la fertilità del terreno. Gli ortaggi vengono prodotti su 3 mila mq di “letti permanenti” che non richiedono lavorazione, qui le operazioni colturali sono svolte manualmente e le colture sono fatte ruotare. “Il terreno viene lavorato già dalle radici delle piante, senza danneggiare struttura, fertilità e microfauna, a differenza dei mezzi pesanti” - spiega Daniele – “Nei frutteti si arieggia il terreno e lo si lavora solo superficialmente e solo quando necessario, per non danneggiare la copertura erbosa. Le piante si nutrono, comunicano, ragionano attraverso le proprie radici. Se il terreno non è in salute, nemmeno le piante potranno esserlo”. Per le concimazioni si utilizzano colture da sovescio e compost, per aumentare la componente organica del suolo, fondamentale per ospitare microrganismi, trattenere acqua e nutrienti, riducendo gli effetti del cambiamento climatico. 

Nonostante varie realtà agricole si stiano muovendo verso la sostenibilità, il pensiero ancora più diffuso è quello dell’agricoltura industriale tipica del ‘900. A riguardo Daniele ha un’opinione che risulta essere piuttosto valida. “I contratti di affitto durano poco, gli affittuari spesso non si sentono legati al terreno. Se si fa riferimento a contratti a breve termine, si punta anche a soluzioni nel breve termine. L’attenzione ambientale attuale è magari sovraesposta dai media, ma può essere gratificante e produttivo rispettare l’ambiente, è solo più difficile, ma non più costoso o controproducente. Con un agroecosistema più sano si riducono gli input esterni e i loro costi e aumentano le produzioni, la qualità ed i servizi ecosistemici”. Diversi rapporti della Fao e dell’Unione Europea mettono in guardia gli agricoltori sulla carenza di sostanza organica nei terreni, ritenuta fondamentale per la salute dei suoli e per il benessere delle società che da essi dipendono.



“Quando ho deciso di intraprendere questa strada tutti mi hanno detto non farlo perché è faticoso e non rende. La cosa mi ha ferito, e voglio dimostrare che si può fare agricoltura nelle piccole realtà, con prodotti diversificati, buoni e che generano redditi sufficienti. Altrimenti ci troveremo con le zone marginali sempre più disabitate e le pianure sempre più inquinate”.

Il presente ed il futuro del podere

L’azienda di cui oggi Daniele è titolare era di suo nonno che l’ha coltivata in modo convenzionale per molti anni. Di questa coltivazione ne porta ancora le caratteristiche, nonostante gli interventi di “naturalizzazione”. Per il futuro, Daniele e Sara vorrebbero realizzare un sistema agroforestale. “Al momento ci sono limiti alla realizzazione di un sistema agroforestale, occorrerebbe abbattere filari e piante e ciò ridurrebbe i ricavi. Inoltre, la superficie è ridotta, anche realizzando strutture ecologiche si avrebbero risultati minimi” racconta Daniele. “Abbiamo in mente di espanderci e trovare gli spazi per realizzare una realtà agricola produttiva totalmente interconnessa all’ambiente naturale circostante. Ci sono tante realtà che già producono molto, in modo diversificato e in sintonia con la natura. Io sento la responsabilità di mostrare alle persone e alle nuove generazioni che esistono metodi alternativi di coltivazione, ma per farlo, è necessario che possano vederlo coi loro occhi”.

Il mercato

L’azienda, al momento, conferisce la maggior parte ella produzione frutticola ad una cooperativa che collabora con la GDO, mentre vende la verdura esclusivamente in modo diretto, a piccoli rivenditori e online. La vendita diretta avviene sia presso il podere, al mercoledì dalle 15 alle 19:30, oppure in centro a Faenza, al venerdì dalle 18 alle 19. Esiste anche la possibilità di entrare a far parte della Comunità che Sostiene l’Agricoltura (CSA) versando una quota contributiva ad inizio anno che dà diritto alla fornitura di frutta e verdura fresche e di stagione da maggio a dicembre, per sostenere e dar valore alle piccole realtà agricole.

Copyright 2022 IFN Italiafruit News