«Mercati, è tempo di cambiare orario»

La grossista sarda Mannai: «Così ristoranti tagliati fuori e bolletta energetica più cara»

«Mercati, è tempo di cambiare orario»
Se ne parla da tempo: i mercati all’ingrosso vanno modernizzati a partire dagli orari. Ne abbiamo scritto diverse volte su IFN, pubblicando anche la lettera di un giovane lettore (clicca qui per leggerla) e torniamo a scriverne dando la parola alla grossista Valentina Mannai, 35enne socia titolare insieme a Luca Vaccargiu di Eurofruttadue che opera all’interno del mercato ortofrutticolo di Oristano

La sua sveglia suona alle 2:15, alle 3 si reca al lavoro e torna a casa verso le 9:30. “Ho iniziato a fare questo mestiere ufficialmente dieci anni fa - racconta - quando l’attività era ancora in mano a mio padre e il suo socio, ma in realtà ho iniziato presto a frequentare i mercati perché mi sono sempre piaciuti, e nonostante una laurea in Tecnologie Alimentari, ho infatti scelto di rilevare l’attività di famiglia insieme al figlio del socio di mio padre (foto sotto). Quello che però adesso pesa di più è continuare a fare questi orari improbabili”.



Le esigenze non sono cambiate solo per Mannai, madre di un bambino di quattro anni, ma anche per i clienti: “Se vogliamo dare l’opportunità a più persone di comprare nei mercati, dobbiamo cambiare gli orari di apertura. La ristorazione, per esempio, rappresenta una fetta importante delle vendite di ortofrutta, ma i ristoratori non vengono a fare acquisti qui perché preferiscono rifornirsi dai cash&carry aperti fino a sera, con orari molto più comodi dei nostri”. 



“L’ideale – prosegue la grossista – sarebbe fare come in Spagna, dove ci sono mercati che aprono alle 9 e chiudono alle 18. Oppure si potrebbe fare anche dalle 7 alle 16. Un orario diurno darebbe la possibilità di avere prodotti ancora più freschi perché raccolti la mattina stessa, soprattutto in estate. D’altronde sono in pochi a rifornirsi la mattina presto, solo chi ha il negozio di frutta e verdura da molto tempo o chi viene da lontano. Spesso fino alle 7:30 non abbiamo del lavoro da fare e i clienti lo sanno, quindi arrivano anche verso le 9 sapendo di trovare comunque molto assortimento e merce di qualità”. 

“Continuare a queste condizioni non serve a nessuno: disincentiva i giovani, che vorrebbero rilevare l’attività dei genitori, limita i possibili acquirenti e aumenta la bolletta energetica”. Mercati, un tema “caro” in tutti i sensi. 

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