«Pochi finocchi ma grande richiesta»

Il produttore specializzato Turrà: «Costretti a raccoglierli anche se non del tutto maturi»

«Pochi finocchi ma grande richiesta»
“La domanda non manca, ma il prodotto sì. All’inizio del mese di dicembre abbiamo subito un forte marciume dovuto al vento scirocco che ha causato enormi problemi alla coltivazione del finocchio. Per far fronte alle richieste siamo costretti a raccogliere il prodotto anche se non maturo al 100%”. 



A dirlo è Giovanni Turrà, titolare dell’omonima azienda agricola che ha sede a Crotone, e collabora con l’azienda Lella in Puglia, a Ginosa per un totale di 150 ettari di superficie coltivata a finocchio. L'azienda è infatti specializzata nella produzione di angurie e finocchi e commercializza i propri prodotti sia sul mercato nazionale che internazionale, in particolar modo in Germania, Francia e Repubblica Ceca.



“Coltiviamo cinque varietà tra cui il precoce Leonardo, l’Augusto e il Narciso. La resa all’ettaro è molto inferiore rispetto alla norma e rimangono ancora una ventina gli ettari da raccogliere. In questo periodo ci stiamo dedicando all’Augusto e abbiamo appena iniziato con il Narciso, che coltiviamo per dare continuità al prodotto. Ma non c’è differenza tra le due varietà – spiega a IFN Turrà-: il precoce è mancato proprio, il resto raccolto tra gennaio e febbraio ha avuto rese anticipate e molto inferiori rispetto all’anno passato”.



I prezzi al produttore variano, ma si aggirano attorno ai 0,60 / 0,70 euro al kg. “Sui mercati invece, le quotazioni per il prodotto finito vanno dai 2,20 euro ai 2,50 al chilogrammo. Il motivo – prosegue il coltivatore – è che non c’è sufficiente prodotto per fronteggiare le esigenze della domanda. È come se si raccogliesse 100 ma ci fosse la richiesta per 300".



Chi invece ha stabilito il prezzo all’inizio della campagna non se la passa bene con gli aumenti che ci sono stati. “Il gasolio è aumentato almeno del 40%, questo significa spendere la stessa percentuale in più per ogni ettaro di finocchio. Arrivati a questo punto non si riescono a coprire le spese di gestione”.

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