Mele, mercato condizionato dai problemi logistici

Mele, mercato condizionato dai problemi logistici
Le vendite nel mese di gennaio hanno fatto segnare un andamento in linea con le stagioni precedenti, con 180.000 t movimentate, riducendo le giacenze di mele da tavola a 1.018.609 t al primo febbraio, paragonabili a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. Questo il verdetto della riunione del comitato marketing di Assomela, il Consorzio delle Organizzazioni di produttori di mele italiani, dello scorso 8 febbraio. Forte condizionamento del mercato da parte dei problemi logistici.

A livello varietale, a guidare le vendite di dicembre è stata la Golden Delicious con 55.000 t. Buona performance per Gala, con vendite superiori alle 35.000 t. Accelera leggermente rispetto al mese precedente il mercato per la Fuji, con vendite superiori alle 17.000 t. Rimangono vittime della scarsa produzione annuale Red Delicious, le cui giacenze scendono sotto le 100.000 t, e Granny Smith, sotto le 60.000 t.  Si conferma un problema l'immissione in mercato dei calibri piccoli per Golden e Red Delicious.



Il mercato sembra essere più fluido internamente piuttosto che all’export, in modo particolare per le destinazioni oltremare, a causa della scarsità di containers reefer ed il conseguente aumento dei costi dei noli, come sottolineato anche dalla dott.ssa Mellano. Per transiti che pre-pandemia richiedevano 45-50 giorni, si sono superati anche i 100 giorni e i ritardi di un paio di settimane sono ormai considerati normali. Situazione che non sembra destinata a migliorare nel breve periodo. Per quanto riguarda il mercato di mele, se è vero che tale “anormalità” scoraggia le esportazioni, è pur vero che dovrebbe scoraggiare anche le importazioni dall’Emisfero Sud verso l’Europa, evitando così ulteriore pressione nei mesi a venire sul mercato interno. 

Gli operatori possono solo applicare una attenta programmazione degli ordini e una maggiore flessibilità. In Italia, inoltre, la scarsità di infrastrutture e la mancanza di autisti (si stima ne manchino 50.000) rendono la situazione logistica ancora più complessa. Qui un maggiore sostegno al mondo dei trasporti da parte della politica potrebbe senza dubbio agevolare il lavoro degli operatori. Assomela, inoltre, ribadisce la necessità di evitare che i maggiori costi dovuti al prezzo delle materie prime e dell’energia, vengano assorbiti prevalentemente dalla produzione perché l’aumento dei costi non si sta riflettendo in un aumento delle quotazioni e questo si traduce inevitabilmente in una minore remunerazione al produttore.

Fonte: Ufficio stampa Assomela