Sft, l’occasione per riflettere

Il sistema ortofrutticolo trentino e la strada dell'aggregazione

Sft, l’occasione per riflettere
Era il febbraio del 2015 e tutto faceva pensare che, finalmente, dopo la Val di Non, tutta l’altra melicoltura trentina si sarebbe organizzata in un Consorzio di gestione simile a quello sviluppato da Melinda 15 anni prima, anche se pochi avevano allora compreso che non sarebbe stato l’atto finale ma solo un passo del processo di consolidamento di imprese che – a questo punto – potevano dialogare su basi comuni.



Il potenziale, però, lo avevano capito anche diverse decine di agricoltori che vendevano singolarmente tramite intermediari sul libero mercato e, misurate sulla propria pelle le difficoltà di essere soli in un’arena sempre più difficile, stavano costituendo Casa, una cooperativa il cui nome dice già tutto, per aderire a La Trentina, come poi avvenne.

L’unica impresa che si sfilò fu SFT, che preferì la strada dell’indipendenza e delle alleanze di scopo a quella dell’integrazione. Però, mentre il sistema dei consorzi di gestione di Melinda e La Trentina in questi anni si è ulteriormente sviluppato, fino a riunire e concentrare funzioni strategiche, come quella commerciale, nell’AOP APOT, razionalizzando attività industriali ed efficientando ricerca & sviluppo, senza dimenticare il rilancio del marchio La Trentina, SFT ha vissuto in continua tensione, sia interna che con i partner, fino all'alleanza con Sant’Orsola dell'ultima campagna e alla nuova Presidenza (clicca qui per leggere l'articolo).



Speriamo sia una soluzione stabile ed efficiente ma, credo, sia sotto gli occhi di tutti che la velocità con cui il mercato distributivo nazionale si concentra e quello internazionale si complica lascia poco spazio a imprese che nella loro area di affari non siano rilevanti. Forse varrebbe la pena che il sistema ortofrutticolo trentino facesse una riflessione profonda su questo e un ulteriore passo nella strada che gli è consona, quella dell’aggregazione, per rispondere a queste necessità ed evitare che diventino minacce. Dai produttori singoli del dopoguerra ai consorzi di gestione di ora il passo avanti è stato notevole ma chi l’avrebbe detto nel dopoguerra che FIAT, Chrysler, Peugeot, Citroen e pure Opel sarebbero un giorno stati marchi di un'unica impresa? Spero di sbagliarmi, ma credo ci sia ancora tanto da fare, e in fretta.

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