«Caat, innovamento con i fondi del Pnrr»

«Caat, innovamento con i fondi del Pnrr»
"Il Caat, Centro agroalimentare Torino, tra i primi tre mercati generali italiani insieme a quelli di Milano e Roma, con un volume d'affari di oltre mezzo miliardo di euro l'anno, necessita al più presto di un rinnovamento, e le risorse, potrebbero arrivare dai fondi del Pnrr".



A chiederlo la settimana scorsa durante la Terza Commissione regionale del Piemonte è stato Stefano Cavaglià, presidente dell'Associazione piemontesi dei Grossisti ortofrutticoli Torino (Apgo), nel corso di un'audizione delle principali associazioni agricole in merito alla produzione e al commercio del comparto ortofrutta.

Durante il lockdown l'attività del Caat non si è interrotta, perché essenziale, "tuttavia la pandemia - ha aggiunto Cavaglià - ha generato crisi anche in questo comparto". Cavaglià chiede "la riforma dei mercati rionali, orari diurni e un equilibrio nei confronti della grande distribuzione".



Domenico Tuninetti, del Consorzio del peperone di Carmagnola, ha parlato della "necessità di un ricambio generazionale e di sospendere il 'set-aside', il regime agronomico Ue che consiste nel ritiro dalla produzione di una certa quota della superficie agraria utilizzata al fine di controllare la sovrapproduzione e il calo dei prezzi".

Infine Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia), si è detto preoccupato dei rincari energetici, mentre Maurizio Ribotta, tecnico Cia, ha spiegato come il grosso della produzione della frutta italiana sia destinato all'esportazione. "Attualmente 6.000 ettari sono vocati alla coltura delle mele che vengono vendute a 40 centesimi al chilo. I rincari energetici incideranno di circa dieci centesimi sul costo di vendita, per cui i ricavi non saranno sufficienti a coprire le spese di produzione".

Fonte: Ansa