«Pratiche commerciali sleali, quella deroga vanifica tutto»

La senatrice Abate: «Così il Governo penalizza i piccoli produttori»

«Pratiche commerciali sleali, quella deroga vanifica tutto»
Una ipotesi di eccesso di delega per favorire “gli amici degli amici”: la senatrice Silvana Abate getta ombre sull'entrata in vigore del decreto legislativo in attuazione della direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali. "Alla lettera E dell’articolo 2 - scrive - si prevede una deroga per i conferimenti di prodotti agricoli ed alimentari da parte di imprenditori agricoli e ittici a cooperative di cui essi sono soci o ad organizzazioni di produttori di cui sono soci”. 

E mentre Coldiretti dichiara di essere pronta a presentare le prime denunce sul sito istituzionale del Mipaaf, che ha attivato una pagina ad hoc, l'esponente del Gruppo Misto 
va giù duro: "Le cooperative e le organizzazioni produttori non dovendo sottostare alla legislazione sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti interni avranno l'opportunità di piazzare sul mercato e nella grande distribuzione il prodotto a un prezzo che potrebbe eludere quanto previsto dalla direttiva stessa a tutela del produttore".



Abate parla di "cane che si morde la coda": "Il Governo millanta il fatto che questo decreto legislativo abbia definitivamente riequilibrato i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori. Ma non è così".

La cosa grave, prosegue la senatrice, è che la deroga "non è presente né nel testo originario della direttiva (Ue) 633 del Parlamento e del Consiglio europeo del 17 aprile 2019 né tantomeno (e qui l’eccesso di delega) nella legge delega 53 del 22 aprile 2021 dove, nel tracciare i principi e i criteri direttivi per l’attuazione di tale direttiva, alla lettera “e” dell’articolo 7  si parla solo di “salvaguardare la specificità dei rapporti intercorrenti tra imprenditore agricolo e cooperativa agricola di cui è socio per prodotto conferito, avuto riguardo sia alla materia dei termini di pagamento sia alla forma scritta del contratto”.



"I decreti legislativi si devono muovere negli ambiti della legge di delegazione e dovrebbero tenere in considerazione anche i pareri delle commissioni, cosa che non è stata fatta", tuona Abate. Che dichiara l'intenzione di approfondire la questione segnalando anche l’eventuale incostituzionalità agli organi competenti e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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