Campagna mele: buon inizio, ma quante incognite

Il Comitato Assomela ha analizzato dati produttivi, trend varietale, situazione del mercato

Campagna mele: buon inizio, ma quante incognite
La stagione delle mele è partita in maniera fluida con quotazioni definite buone dagli operatori, anche se non per tutte le varietà e referenze; la campagna di vendita andrà monitorato con cautela, considerando le tante incognite legate alle difficoltà della logistica, ai costi delle materie prime e del packaging oltre alle le nuove tensioni geopolitiche tra Unione Europea, Russia e Bielorussia che impediranno l’accesso dei frutti polacchi in Bielorussia, con conseguente appesantimento sul mercato comunitario. E' quanto emerso dal comitato marketing di Assomela che si è riunito l'altro ieri per esaminare i dati aggiornati sulla situazione produttiva –  ormai definitivi – e l’andamento del mercato a novembre. 

La produzione, inclusiva dei dati finali delle varietà più tardive, si assesta poco oltre i due milioni di tonnellate, con una riduzione del 4% rispetto al 2020 e una conferma delle previsioni di agosto. Come già stimato in novembre, la quantità di merce destinata al mercato fresco si attesta poco sotto quota 1,8 milioni di tonnellate per quella che è la terza produzione più bassa dell’ultimo decennio.  



A livello regionale, l’Alto Adige si porta a 934.799 tonnellate in recupero rispetto al 2020, mentre il Trentino si ferma a 510.010, in leggero arretramento rispetto alla produzione dell’anno precedente. 

Il Veneto paga più di tutti gli effetti delle gelate di aprile (-26% sul 2020), con un volume di mele inclusivo di industria in regresso del 31,5%, che tocca il 49% per le mele da mercato fresco.  Una contrazione importante si rileva anche per il Piemonte (-15%), mentre Emilia-Romagna e Friuli sono sostanzialmente stabili.

A livello varietale, si riducono le produzioni di quasi tutte le varietà, con punte del - 29,3% per la Granny Smith, - 20% per il Red Delicious, - 35% per la Renetta e - 10,7% per la Fuji. Golden Delicious, che da quattro anni vede un calo generale in produzione, è in leggero aumento (+ 3%) e ancora di più il gruppo delle “nuove varietà”, che vola da 70.402 a 128.675 tonnellate in soli due anni.

Si confermano per tutte le cultivar e in tutte le aree produttive una qualità elevata del prodotto, con calibri leggermente inferiori alla media per alcune varietà. 

Il Comitato marketing ha analizzato anche la situazione del settore biologico:  di 189.974 tonnellate la produzione, in linea con il 2020. 



Capitolo vendite: i dati di novembre, considerando le due settimane circa di ritardo nella partenza della stagione commerciale, confermano una sufficiente dinamicità del mercato, con un decumulo regolare e buone vendite in generale per quasi tutte le varietà. Nel caso della Red Delicious e della Granny Smith le giacenze risultano tra le più basse di sempre, ma anche per la Golden la situazione appare promettente. Il mercato interno e quello europeo sono piuttosto recettivi, mentre l’export verso mercati extra-Ue, pur connotati da una buona domanda, sono condizionati dai problemi di costo e disponibilità di mezzi di trasporto e container. 

L’export e l’accesso ai mercati si sono confermanti elementi strategici nelle politiche commerciali del settore. I dati elaborati da Ismea indicano un export in costante recupero, che si avvicina ormai a un milione di tonnellate  per 918 milioni di euro. Nei dati si confermano la Germania, Spagna, Egitto e Medio Oriente come aree di alto interesse, ma anche il Sud America è in crescita, così come l’India dove sbarcano 44.000 tonnellate di mele Italiane e con primissimi segnali sui nuovi mercati, come Tailandia, Vietnam e Taiwan. 

Le vendite cumulate da inizio stagione, ancora, ammontano a 425.771 tonnellate, pari a circa 42.577 tonnellate a settimana, in linea con le vendite delle prime settimane della stagione 2020/2021 ma rispondenti ai piani di decumulo delle Op.

Il comitato marketing ha anche valutato alcuni progetti comuni indirizzati a studiare le dinamiche del carbonio (Carbon footprint) nella produzione e distribuzione della mela, così come il tema delle plastiche e microplastiche.