«Pesche e nettarine, si torna a piantare»

Geoplant Vivai: «Boom di drupacee tardive, in calo albicocco e ciliegio»

«Pesche e nettarine, si torna a piantare»
E’ un vero e proprio sold out quello delle pesche e delle nettarine in termini di produzione e materiale vivaistico. A dirlo a Italiafruit News è Gianluca Pasi di Geoplant Vivai, che sottolinea come negli ultimi anni i produttori del nord Italia siano tornati a piantare queste drupacee.

Netta la differenza in termini di varietà: i volumi delle piante vendute sono pari all’80% per le nettarine e al 20% per le pesche. “Le motivazioni – ha spiegato Pasi - sono da ricercare nelle scelte di consumatori ed Horeca: i frutti dalla buccia liscia sono decisamente preferiti a quelli provvisti i peluria. E’ il consumatore ad offrire un input specifico, che si traduce nella scelta dei produttori a piantare nettarine a polpa gialla. In passato la scelta tra i due frutti era invece più bilanciata”.


Nettarina gialla tardiva Febe

Tra le evidenze ormai note nel settore c’è anche la scelta delle varietà tardive, a sfavore di quelle precoci. “Sono sempre di più gli agricoltori che adottano varietà tardive soprattutto per pesche e nettarine – specifica il vivaista – si tratta di una tendenza legata soprattutto alle nuove abitudini di consumo. Nei mesi autunnali, sempre più caldi, spiccano le vendite di pesche e nettarine: considerate le temperature, i consumatori le preferiscono a frutti tipicamente autunnali come le mele” approfondisce Pasi. 

Diversa invece la situazione per l’albicocco, il cui mercato è abbastanza fermo. “Abbiamo ridotto i volumi perché la richiesta dei mercati si è sostanzialmente abbassata – commenta Pasi – in generale la produzione di questa drupacea si è abbassata del 40% rispetto a 7/8 anni fa”.
E aggiunge: “C’è stato un periodo in cui i peschicoltori avevano fermato la loro produzione a favore dell’albicocco ma ora il trend si è ribaltato. I produttori sono tornati a investire in pesche e nettarine anche per merito di una congiuntura temporale: nelle ultime annate queste drupacee scarseggiavano e, di conseguenza, i prezzi sono rimasti alti per tutta la stagione”.


Albicocca precoce Nirosa 1

Per concludere il focus sulle principali drupacee, abbiamo chiesto al vivaista un commento anche sulle ciliegie. “Se fino ad anno scorso erano in fase di espansione, quest’anno il prodotto ha conosciuto una crisi – ha detto – ed è stato forse più richiesto all’estero che in Italia. Nonostante gli ettari dedicati rimangano pressoché invariati, la produzione ha dovuto affrontare diversi problemi, dalla qualità scadente alla pezzatura piccola, che hanno ridotto l’interesse dei consumatori”.

"A fiaccare la situazione – conclude Pasi -  è stata anche l’influenza della pandemia sulla manodopera straniera. Gli operai provenienti da Romania, Bulgaria e Polonia erano infatti difficili da trovare e il costo della manodopera su questo prodotto incide molto più che su altri frutti”.
L’azienda lavora prevalentemente con le aziende del nord Italia (Emilia Romagna, Piemonte e Veneto) che rappresentano l’80% dei mercati di riferimento.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli

Nella foto di apertura, la nettarina gialla tardiva Dulcior

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