Nudo, il format "no packaging" di EcorNaturaSì

Nudo, il format "no packaging" di EcorNaturaSì
Se state cercando (l'ennesimo) locale instagrammabile con pareti rosa e scritte al neon, questo punto vendita non fa per voi. Come dice il nome stesso, Nudo, il nuovo format di negozi di generi alimentari progettato da Francesco Faccin per EcorNaturaSì, azienda specializzata nel biologico, è spogliato dal superfluo per andare dritto all'essenza: "Nudo prende il nome dall'esigenza di proporre prodotti spogliati dalla confezione, e di conseguenza gli ambienti sposano la stessa visione, spogliare gli spazi per creare dei contesti neutri, essenziali, usando pochi elementi tecnici e funzionali - racconta il designer - Un processo di semplificazione per mettere a nudo la bontà e la sincerità degli alimenti esposti, senza involucri o packaging superflui, e per contribuire a fare luce sull’attenzione che l’azienda rivolge al processo produttivo, all’etica del lavoro e a tutte le persone coinvolte nella filiera". 
Il primo punto vendita Nudo ha da poco aperto a Milano, in viale Montenero 10, "nel 2022 sorgeranno altri punti a Milano, e a seguire in tutta Italia, con negozi di piccole metrature localizzati nei quartieri semicentrali, per riattivare quel sano rapporto di fiducia tra cliente e negoziante radicato da sempre nella nostra tradizione".

Nudo è un format flessibile, scalabile, riproducibile, gli arredi sono disegnati a partire dalla cassetta standard di plastica 60 per 40 centimetri: "Un modulo base dal quale abbiamo sviluppato un sistema ad “arnia”, impilabile e componibile in diverse configurazioni a seconda delle esigenze spaziali e commerciali dei vari punti vendita. L’idea della cassetta mi è venuta quando ho visitato EcorNaturaSì e ho osservato il loro sistema circolare di riuso delle cassette di plastica, l'azienda ne possiede mezzo milione e le invia ai contadini che a loro volta le rispediscono piene ai centri di distribuzione sul territorio per evitare lo spreco di milioni di cassette usa e getta". 
Il negozio gira intorno a questa anonima cassetta, che in realtà è il trait-d’union della filiera: "Siamo stati molto attenti a non scadere nella retorica e nell’idealizzazione del mondo contadino, perché crediamo sia molto importante raccontare l’incontro autentico tra natura e sistemi industriali, tra terra e città, un dualismo ormai inestricabile della nostra contemporaneità".



Nudo prende il nome dall'esigenza di proporre prodotti spogliati dalla confezione, e di conseguenza gli spazi sposano la stessa visione, essenziali e funzionali 
La natura è rappresentata dall’approccio sostenibile vero e certificato, non ci sono superfici trattate, non ci sono verniciature, i materiali sono sinceri e veramente naturali: argilla, legno, stucco idraulico, con parti facilmente separabili, come il pavimento in linoleum che è flottante, non incollato. "Inoltre, tutti gli arredi sono prodotti da semilavorati industriali, pannelli ed elementi in alluminio estruso standard tagliati e assemblati, per evitare di produrre nuovi stampi, preferendo quello che il sistema dei semilavorati industriali offre già, anche questo ha a che fare con la sostenibilità".

È la prima volta che EcorNaturaSì lavora con un progettista esterno: "Mi piace la loro apertura perché credo che unendo le nostre competenze siamo riusciti a creare degli spazi sinceri nei quali il contenitore (negozio) è coerente con il contenuto (i prodotti alimentari). Ed è la prima volta che mi trovo impegnato in un progetto integrale di questo tipo e con l’azienda abbiamo trovato molti punti di contatto, come l’approccio sostenibile ed etico al progetto".

"A me non interessa disegnare merce - continua il designer - io voglio fare progetti che servano ad attivare dinamiche nuove, per piantare semi di novità. Ogni nuovo progetto dovrebbe essere inteso come pretesto per migliorare anche in piccola parte alcuni processi e promuovere dinamiche virtuose in diversi ambiti. A volte mi “accusano” di essere un designer calvinista ma non mi riconosco in questa definizione, piuttosto vedo gli oggetti ed i progetti come vere e proprie occasioni di ricerca e di espressione della mia posizione nel mondo, e per questo è importante che siano “asciugati” di tutto ciò che è superfluo per avvicinarsi il più possibile al centro della questione. Fare design è il mio strumento per fare politica".

Fonte: Repubblica.it; Foto: Veronica Camera