«Non vedo futuro»: T18 chiude

Da domani stop alle attività dello storico Gruppo. I motivi della scelta, le reazioni al Caat

«Non vedo futuro»: T18 chiude
"Non vedo futuro, la logistica sta cambiando il mondo e taglia fuori l'ingrosso ortofrutticolo: dopo attenta riflessione ho deciso di chiudere, domani le attività di Agro T18 cesseranno". Lo annuncia Edoardo Ramondo, titolare dello storico gruppo torinese, protagonista nel settore da oltre un secolo, che al Centro agroalimentare del capoluogo conta due stand e un centro di maturazione delle banane.

Una decisione per certi versi choc, con ripercussioni tutte da verificare. "Il canale mercato non è più nodale, da metà 2021 sta soffrendo moltissimo, i consumi sono crollati. Chi acquistava un bancale di merce ora compra 10 colli. Archiviato un 2020 positivo, complice l'effetto lockdown, le cose sono cambiate: il ritorno alla normalità fa sì che giorno dopo giorno si assottiglino clientela, volumi di merce e fatturati. Un processo a mio avviso irreversibile".


Ramondo, sorridente, in una foto d'archivio

Il boom dell'ecommerce, la ricerca del prodotto servizio a discapito del fresco, le politiche di una grande distribuzione in difficoltà che tende comunque a bypassare il canale intermedio sono tutti fattori che hanno contribuito alla scelta: "Non voglio subire gli eventi, preferisco prendere il toro per le corna. Chiudo tutto, anche le sedi territoriali T18, con i conti in ordine. I fornitori sono stati pagati sino alla fine di ottobre e presto riceveranno le competenze di novembre, i circa 50 dipendenti del gruppo accederanno alle tutele previste dalla legge", aggiunge Ramondo. 

Lo stop interessa le società Agro T18 Italia (attiva con la Gdo e nell’esportazione), Fv-Effevi (specializzata nell'import, maturazione e distribuzione banane) e Ramondo (l'azienda dell’ingrosso). Fine corsa anche per i centri di produzione ubicati nelle regioni più vocate d’Italia. 

"Non sono disamorato né disilluso, mi ritengo una persona razionale che ha fatto scelte ponderate sulla base del vissuto e del percepito", conclude l'Ad di T18. "Cosa farò in futuro? Troppo presto per dirlo, di sicuro ho voglia di rimettermi in discussione: gli spazi per fare impresa non mancano...".



Trovano conferma dunque i rumor che avevano iniziato a circolare da alcuni giorni, con un post su Facebook della Cooperativa Le Alpi che aveva messo nero su bianco quello che in molti, al Caat, dicevano e temevano.

"Per il nostro Centro agroalimentare e per il settore tutto è un duro colpo per varie ragioni", il commento del presidente dei grossisti Fedagro del Caat Stefano Cavaglià. "Stiamo parlando di un'azienda leader che vantava una storicità come poche altre, un'azienda che nel corso degli anni ha dato vita a progetti innovativi".  
 
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