Peperoni, i prezzi non coprono i costi di produzione

Peperoni, i prezzi non coprono i costi di produzione
Dopo due buone annate, quest'anno la campagna dei peperoni siciliani non sta andando molto bene. La stagione è partita in ottobre in modo soddisfacente con prezzi discreti per i produttori. Da circa 10-12 giorni a questa parte, invece, le condizioni sono peggiorate a fronte della scarsa risposta del mercato all'aumento dell'offerta. E le quotazioni precipitate a livelli molti bassi, che non consentono alle aziende agricole di coprire nemmeno i costi di produzione.

Una situazione difficile che fotografa così Maurizio Bartolini, responsabile commerciale della Master Fruit di Licata (Agrigento): "All'inizio di novembre abbiamo avuto vento caldo di scirocco per 10 giorni consecutivi, con condizioni sfavorevoli di cielo coperto e di scarsa luminosità. Ciò ha accelerato la maturazione dei frutti e, allo stesso tempo, sfavorito la loro tenuta".
 
Il peggio sembra comunque essere passato per il peperone. “Da metà della scorsa settimana, le temperature si sono abbassate tornando in linea con le medie stagionali del periodo e le condizioni di luce sono migliorate. Per questa settimana ci aspettiamo quindi di continuare a raccogliere quantità importanti, ma potremo riuscire ad offrire una miglior qualità. Speriamo solo che il mercato possa rispondere meglio”.



La Master Fruit si sta intanto preparando per la campagna del carciofo romanesco, tipologia che coltiva da oltre 10 anni. “La raccolta dovrebbe prendere il via dai primi giorni di gennaio ed è quindi ancora presto per parlare di aspettative su produzione e commercio – precisa Bartolini – C’è da dire, piuttosto, che nel nostro areale si registra un calo evidente delle superfici coltivate a carciofi. Un trend che prosegue purtroppo da diversi anni”. 

Sempre più produttori licatesi tendono ad abbondare le carciofaie per la mancanza di marginalità, tanto che le superfici coltivate si sono praticamente dimezzate nel giro degli ultimi 7-8 anni. E’ questo è un vero un peccato poiché i terreni di Licata, essendo di fronte al mare, godono delle condizioni pedoclimatiche ideali per fare carciofi di alta qualità e per non subire gelate invernali.

“Le superfici sono in calo non solo a Licata, ma anche in altri areali della Sicilia e in Regioni di produzione importanti come la Sardegna e la Puglia – precisa l’imprenditore – Questa contrazione è dovuta principalmente al cambiamento del contesto commerciale. Ciò è mutato, nell’ultimo decennio, è la forte concorrenza estera, in primis dell’Egitto. Un Paese che produce grandi quantità di Violetto per l’industria, ma è sempre pronto a dirottare il prodotto sul mercato del fresco italiano nei periodi in cui i prezzi diventano interessanti. In pratica – conclude – la pressione dell’Egitto va a determinare un mercato costantemente depresso, a svantaggio dell’intero comparto produttivo italiano”.

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