Dalla distribuzione
Pinoli, produzione ai minimi termini e prezzi alle stelle
Situazione dovuta a un mix tra le condizioni climatiche e gli attacchi del cimicione canadese
La produzione italiana di pinoli continua a ridursi e i prezzi salgono alle stelle. Clima avverso da una parte, ma soprattutto un insetto alieno dall'altra, stanno mettendo con le spalle al muro questo comparto.
Negli anni d'oro nel nostro Paese si producevano circa 900mila quintali di pinoli coltivati, mentre nelle ultime stagioni i volumi oscillano sui 90mila quintali. Rese in calo, ma è il Leptoglossus occidentalis - più comunemente chiamato cimicione canadese o cimice americana delle conifere - a metterci lo zampino.
“Pungendo i frutti - ricorda sulle pagine de Il Messaggero Lorenzo Bazzana, responsabile Ortofrutta di Coldiretti - il parassita fa abortire le pigne che rimangono vuote”.
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Negli anni d'oro nel nostro Paese si producevano circa 900mila quintali di pinoli coltivati, mentre nelle ultime stagioni i volumi oscillano sui 90mila quintali. Rese in calo, ma è il Leptoglossus occidentalis - più comunemente chiamato cimicione canadese o cimice americana delle conifere - a metterci lo zampino.
“Pungendo i frutti - ricorda sulle pagine de Il Messaggero Lorenzo Bazzana, responsabile Ortofrutta di Coldiretti - il parassita fa abortire le pigne che rimangono vuote”.
Davanti a questo scenario, con una produzione ai minimi storici, sul mercato si notano prezzi in marcato aumento e un maggior ricorso alle importazioni per soddisfare i consumi interni, valutati in circa quattromila tonnellate annue. Cinque anni fa le quotazioni all'ingrosso viaggiavano attorno ai 50 euro il chilo, mentre oggi i pinoli italiani sono venduti nei centri agroalimentari tra i 70 e gli 80 euro il chilo. Il prodotto cinese, invece, di tutt'altro livello qualitativo, è quotato 30 euro il chilo.