Con le serre di SpaceV, le verdure crescono nello spazio

Le strutture della startup genovese aumenteranno la resa delle piante grazie all'automazione

Con le serre di SpaceV, le verdure crescono nello spazio
Lo spazio in futuro sarà un ambiente sempre più frequentato tra astronauti, città residenziali e turisti spaziali. E neanche in orbita potrà mancare un’alimentazione salutare a base di verdure fresche.

Ad intravedere il business delle verdure ‘spaziali’ è stata la startup genovese SpaceV (Space Vegetables), come riporta un articolo del Il Sole 24 ore. Tra i suoi soci c’è anche Franco Malerba, il primo italiano nello spazio, che ha volato a bordo dello space shuttle Atlantis per la missione STS-46 decollata il 31 luglio del 1992.


Franco Malerba in una foto di archivio dell'agenzia spaziale italiana

Che sia in orbita, sulla Luna o su Marte, le serre multilivello adattive di SpaceV permetteranno una produzione di verdure fresche. In particolare le serre “permetteranno di aumentare la produzione, in un volume ristretto, di vari tipi di vegetali, dalla lattuga in avanti, con un notevole risparmio di energia e delle altre risorse di bordo” si legge nell’articolo.

La startup ha brevettato la sua tecnica dall’azienda madre Germina, la quale sviluppata serre adattive multistrato per applicazioni terrestri per l’agricoltura di precisione, in serre verticali e in coltivatori domestici. L’ottimizzazione per le varie colture è poi passata da “energia, areazione e controllo totale dell’ambiente, anche a livello di ogni singolo ripiano”. E nel rispetto della totale automazione, i ripiani di queste serre possono distanziarsi man mano che le piante crescono e necessitano di più spazio, in modo da aumentarne la resa.

“Le stazioni operative nello spazio e in futuro su suoli extraterrestre richiedono una straordinaria ottimizzazione di risorse scarse, come volume, acqua ed energia. La scarsità di queste risorse nello spazio sono altrettanti limiti, oggi, alla produzione sostenibile di ortaggi di qualità per gli astronauti” spiega Malerba.
E continua: “Studi teorici dimostrano che questa soluzione può offrire un rendimento superiore di oltre l’80% rispetto alla tradizionale serra multipiano verticale, risparmiando molto volume ed energia”.

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