Pere, il punto dal Mantovano

Pere, il punto dal Mantovano
Le gelate di primavera, l’assalto della cimice asiatica, le grandinate: per i produttori di pere è una stagione da dimenticare. Le stime parlano di produzione decimata: fino all’80% in meno. C’è così poco prodotto sul mercato che l’incremento dei prezzi dovuto alla scarsità dell’offerta non sarà in grado di compensare le perdite. E per accontentare la domanda, arrivano i rimpiazzi dall’estero.

Parte dalla gelata di aprile l’analisi di Pier Paolo Morselli, produttore di pere e mele, presidente della cooperativa Corma di San Giovanni del Dosso e presidente della sezione Coldiretti di Ostiglia: «In vent’anni non ho mai visto un evento simile – racconta l’imprenditore – Siamo partiti col 70% di produzione in meno. Si sono aggiunte le grandinate tra Bondanello, Moglia, Gonzaga, e poi la cimice asiatica ha fatto il resto. Per alcune varietà, come la William, è stato uno degli anni peggiori da questo punto di vista. Da ultimo, per le Abate c’è anche il problema dell’alternaria, un fungo».

Difficile calcolare la portata precisa del calo, ma le stime sono sconfortanti: «Si fa prima a dire che è un mezzo disastro – dice Morselli – non c’è prodotto. Si stima un 80% in meno». I prezzi? «Stanno andando alle stelle, ma non ha senso perché non c’è roba da vendere». A queste condizioni, sono sempre più i produttori che gettano la spugna: «Abbiamo un espianto importante, ancora difficile da valutare perché siamo in piena stagione, ma le superfici caleranno».

Condivide il giudizio sull’anno nero Confagricoltura, che mette in evidenza soprattutto i danni causati dalla cimice, tornata a colpire con prepotenza dopo un 2020 relativamente tranquillo. E nonostante la lotta biologica con la vespa samurai, che sembrava promettere bene. «Quella delle cimici è un'invasione – spiega Marco Leoni di Corte Bisa, nella zona di Moglia – Le varietà più colpite sono Decana, Kaiser e Williams Rossa. L’insetto si trova a suo agio su piante mature, con più foglie, mentre sui fusetti (le piante più giovani, ndr) il danno è minore. Il nostro settore sta vivendo momenti di forte difficoltà, e il rischio è che il prodotto in arrivo dall’estero aumenti sempre di più».

Bilancio negativo anche per Nunzio Gennari, produttore della zona di San Giovanni del Dosso: «Le nostre piante sono state devastate dalla gelata, che ha portato via quasi il 90% del raccolto, e il poco prodotto che c’è ora è sotto l’attacco delle cimici. La vespa samurai? Non possiamo pretendere che in un anno risolva il problema. Al tempo stesso, però, ci vietano l’utilizzo dei prodotti fitosanitari adatti alla lotta alla cimice e all’alternaria».

Possibili soluzioni? «Funzionano le reti mono-fila – spiega Morselli – Qualcosa di danneggiato c’è, ma il risultato è tutto sommato positivo. Dai lanci della vespa mi aspettavo risultati migliori, ma la lotta biologica in campo aperto ha troppe variabili».

Per correre ai ripari, non resta che chiedere ristori. Se per le grandinate l’assicurazione è ormai una prassi consolidata, rimane il problema della cimice: il bando per i problemi fitosanitari è chiuso, ma Confagricoltura ricorda ai produttori di segnalare le perdite all’Utr della Valpadana, in modo che la Regione possa stimare il danno e fare richiesta di indennizzo allo Stato. Per le gelate della scorsa primavera, sta per partire l'iter degli indennizzi. Le domande dovranno essere presentate entro 45 giorni dalla pubblicazione del decreto, atteso per la fine di agosto.

Fonte: Gazzetta di Mantova