Carenza di forza lavoro e l'idea (australiana) del visto

Accordi bilaterali con altri stati per aiutare i produttori. L'Italia deve trovare una soluzione

Carenza di forza lavoro e l'idea (australiana) del visto
Trovare soluzioni alla carenza di manodopera in agricoltura non è certo facile. Un fenomeno che sta complicando il lavoro di tantissime aziende agricole italiane di ogni dimensione. Le quali potrebbero produrre e vendere più ortofrutta in giro per il mondo. Tuttavia, l'attuale disponibilità di lavoratori non basta per coprire il fabbisogno degli agricoltori. Modelli contrattualisti sbagliati, orari eccessivi, logiche commerciali rivolte al prezzo basso che non assicurano paghe alte, reddito di cittadinanza e sussidi, flussi internazionali depressi dal Covid… le ragioni alla base della carenza di forza lavoro possono essere molteplici e variegate. Ora più mai, però, il Governo Draghi dovrebbe perlomeno provare ad intervenire perché il problema è diventato grave e strutturale e rischia di deprimere la capacità di rilancio dell'economia nazionale. 

Un’idea interessante, che arriva dalla lontana ed isolata Australia, è quella del visto agricolo. Il Governo locale si è accorto infatti che il settore agroalimentare australiano non può continuare a crescere se non c'è un numero sufficiente di lavoratori. Così ha analizzato la situazione ed è arrivato alla conclusione che occorre creare uno speciale visto, regolato da accordi bilaterali con Paesi partner del Pacifico, in modo da portare in Australia persone disposte a lavorare nel comparto dell'agricoltura (compresa la lavorazione della carne), della pesca e della silvicoltura.

"I Dipartimenti degli Affari esteri e del commercio, degli Affari interni e dell'Agricoltura, dell'acqua e dell'ambiente progetteranno il visto per garantire un alto grado di integrità e garanzie per i lavoratori", ha sottolineato il governo australiano.



Il visto agricolo dovrebbe entrare in vigore entro la fine di settembre. Le condizioni contrattuali offerte ai lavoratori esteri - suddivisi in tre categorie: qualificati, semi-qualificati e non qualificati - saranno sviluppate ed attuate nei prossimi tre anni, man mano che il programma diventerà operativo. "Durante questo periodo di attuazione lavoreremo per raggiungere un approccio guidato dalla domanda e per prendere in considerazione percorsi di residenza permanente e di insediamento regionale", ha aggiunto il governo.

La soluzione è stata accolta favorevolmente da Nathan Hancock, amministratore delegato dell'organizzazione del settore agrumicolo Citrus Australia: "Quest'anno i produttori di tutti i comparti agricoli, che contribuiscono con miliardi di dollari all'economia nazionale, hanno subìto significative perdite finanziarie e un grande stress mentale a causa della grave carenza di manodopera. A nome loro ringraziamo il Governo per aver impegnato tutti i Dipartimenti a lavorare insieme alla realizzazione del visto agricolo". 

Hancock conclude: “Il visto è indispensabile per la crescita futura dell’intero comparto dell’ortofrutticoltura australiana. I nostri coltivatori di agrumi potranno continuare a investire con fiducia nei loro programmi di esportazione, ma anche migliorare l’efficienza delle loro attività in campo e nei magazzini”.
 
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