Serre italiane, la domanda globale è in costante crescita

Europrogress: Covid, incentivi 4.0 e cambiamento climatico aprono nuove strade

Serre italiane, la domanda globale è in costante crescita
Periodo strano per i costruttori italiani di serre, ricercati in tutto il mondo per l'alto tasso di sviluppo tecnologico. Se da una parte si deve rispondere all'aumento della domanda, dall'altra sta nascendo l’apprensione per il contesto internazionale sulle materie prime. Prezzi di acquisto in forte aumento ed allungamento delle tempistiche di ricevimento dei materiali causano incertezza e paura.

Per la costruzione degli impianti serricoli è necessario disporre di un po' tutti i materiali che, rispetto a settembre 2020, hanno subìto rincari: dal ferro (+70% circa) alla plastica (40%), dall’alluminio (+20%) ai policarbonati (+25-30%) al Pvc. La materia prima più richiesta è il tubo zincato in ferro che, in media, compone circa il 70% delle singole strutture. 

"La produzione più rada dei tubi zincati da parte delle ferriere fa sì che le date di evasione degli ordini siano prolungate; ciò crea ritardi nelle consegne e scompensi finanziari legati all'aumento dei prezzi", sottolinea a Italiafruit News Luca Lejeune di Europrogress, una delle più importanti aziende italiane attive nel settore della produzione di serre e nella commercializzazione di impianti e tecnologie per le colture protette.

“Ogni anno acquistiamo circa 120-130 bilici di ferro non lavorato – prosegue – Adesso i tempi di ricezione sono passati da 2-3 settimane a 4-5 settimane: questo, per noi, significa che dobbiamo allungare i tempi di consegna al cliente. A giugno il problema maggiore c’è stato sulla reperibilità dell’alluminio: essendo aumentato di molto, i fornitori europei se lo tengono e le tempistiche di evasione di tutti i profilati in alluminio sono quasi triplicate rispetto alla norma, passando da uno a tre mesi”. 



L’azienda, con sede a Mirandola (Modena), cura ogni impianto dalla progettazione al montaggio fino all’assistenza post vendita. In questo momento sta lavorando in Italia, Francia, Germania, Sud Africa, Paesi del Nord Africa, Danimarca, Svezia, Nuova Zelanda, Russia, Comunità degli stati indipendenti (Csi) e Nord America. “L’Italia è il nostro principale mercato in termini di numero di commesse, ma il fatturato estero è più alto. Dalle altre nazioni si rivolgono a noi più che altro per l’alto livello della nostra tecnologia impiantistica”, sintetizza Lejeune.

Le difficoltà di reperimento dei materiali si vanno a scontrare con la crescente domanda di serre a livello globale. “Il Covid ha portato difficoltà, ma ci ha anche aperto nuove strade di lavoro. In tutto il mondo, infatti, tante persone che prima della pandemia facevano altri lavori, si sono inventati agricoltori – racconta  Da parte nostra abbiamo ricevuto numerose richieste di privati che hanno provato ad aprire piccole aziende serricole per la vendita diretta, al fine di potersi garantire una sorta di tranquillità economica. A questa tendenza globale si è aggiunta, nell’ultimo anno, la spinta dell’incentivo garantito dalla misura Industria 4.0 del Governo italiano che ha stimolato l’acquisto di serre tecnologiche”, come il modello top di gamma di Europrogress: la serra multipla MultiArt.

“Anche lo sviluppo della coltivazione legale della canapa sotto serra rappresenta una nuova occasione di lavoro – aggiunge – C’è da dire, infine, che viste le condizioni climatiche in costante peggioramento, si stanno aprendo nuovi e interessanti mercati come la copertura dei frutteti e dei parcheggi per i grandi depositi di automobili”.

Insomma, il lavoro per i costruttori italiani di serre c'è e ci sarà anche in futuro. Ciò che manca, oggi, è però la tranquillità di poter lavorare serenamente e senza la paura di doversi ritrovare, tra qualche mese, con materiali insufficienti per poter rispondere all’aumento delle richieste.

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