Delusione ciliegie, campagna da dimenticare per Verona

Il produttore Boni e Girardi (Coldiretti): «Prezzi mai all'altezza, neppure per le grosse pezzature»

Delusione ciliegie, campagna da dimenticare per Verona
La campagna cerasicola della pianura e della medio-bassa collina veronese si avvia alle battute finali. Quest'anno il mix tra gelo e grandine ha colpito duro, lasciando tantissimi produttori – specie delle zone pianeggianti – senza raccolto. Ma anche chi, per fortuna, non ha subìto danni, non sembra essere particolarmente contento dei risultati. E' il caso dello specialista Ezio Boni, co-titolare dell'azienda agricola Boni Silvano ed Ezio che coltiva circa 4 ettari di ciliegie nelle colline di Affi, località nei pressi del Lago di Garda. 

“Abbiamo 2,5 ettari intensivi e coperti con impianti antigrandine, antipioggia e antinsetto perimetrali”, racconta a Italiafruit News. Un esempio di attenzione all'innovazione e di cura per portare a produzione ciliegie di alta qualità. Ma quando ci si mette il clima a fare i dispetti, c'è poco da fare anche per i produttori più all'avanguardia. "La partenza di stagione è stata difficile – commenta – Già le varietà precoci sono tenere di loro, quest'anno non avevano né sapore né consistenza perché è mancato il sole e quindi l'irraggiamento. Su alcune varietà medio-precoci, inoltre, la produzione non ha presentato una pezzatura adeguata: questo è stato dovuto al fatto che, a causa dello scarso irraggiamento combinato alle notti fresche, non si è verificata la cascola naturale, cosa che ha portato a un problema di eccesso di produzione. Stranamente anche la varietà medio-tardiva Grace Star non ha prodotto al meglio”.

Ora, per gli areali della medio-bassa collina, siamo agli sgoccioli della stagione con Kordia e Regina. E, finalmente, la qualità sembra ampiamente soddisfacente. “La qualità è molto, molto buona e la pezzatura prevalente è un 28+”. Ma i due Mercati ortofrutticoli locali della Valpolicella, dove l’azienda Boni distribuisce una parte importante delle proprie produzioni, non sono premianti: “Dall’inizio alla fine, quest’anno il canale dei mercati all’ingrosso è stato sempre triste; non ci ha remunerato abbastanza nemmeno le grosse pezzature, malgrado l’offerta veronese fosse molto ridotta rispetto ad altre annate. In alcuni casi, purtroppo, il prezzo non ha garantito la copertura dei costi di raccolta. La vendita diretta è stata l’unica via per essere premiati maggiormente”.


Kordia dell'Azienda Boni (foto del 3 luglio)

L’analisi puntuale di Boni viene confermata da Giorgio Girardi, responsabile dell’area economica Ortofrutta della Coldiretti Verona: “Si registrano danni da gelo complessivamente superiori al 50% sui 1.600 ettari coltivati nel Veronese, suddivisi tra le pianure, la medio-bassa collina (da 150 a 400 metri slm) e l’alta collina, dove la raccolta dei frutti proseguirà sino a metà-fine luglio. La produzione cerasicola di questa stagione è stimata attorno al 40% del nostro potenziale. Ma, nonostante questa forte carenza, i prezzi delle ciliegie veronesi finora non sono stati all’altezza”. Questo è dovuto – secondo Girardi – in primis all’abbondanza di offerta proveniente dal Sud Italia e dall’estero che ha penalizzato i listini dei Mercati all’ingrosso del territorio.

Per favorire lo sviluppo del comparto anche in questo momento difficile, la Coldiretti punta al riconoscimento di Indicazione geografica protetta per la “Ciliegia delle Colline Veronesi”: “La procedura, partita l’anno scorso, è attualmente in corso", sottolinea.

"Abbiamo inoltre attivato una convezione per il controllo della Drosophila Suzukii con la sede di Verona dell’Università di Padova, che ha già visto l’introduzione di 15 punti di monitoraggio sulle colline veronesi e la creazione di una App dedicata con un bollettino pubblicato settimanalmente. In questo modo aiutiamo gli agricoltori a riconoscere, controllare e seguire questo pericoloso insetto”.

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