Fruitimprese, Marco Salvi riconfermato presidente

Fruitimprese, Marco Salvi riconfermato presidente
Si è svolta oggi a Roma la 72a Assemblea annuale di Fruitimprese. Il presidente uscente Marco Salvi è stato riconfermato per il quarto mandato consecutivo. Nella sua relazione Marco Salvi ha delineato lo stato del settore, evidenziando le principali criticità.

Il settore ortofrutticolo tra lockdown e ripartenza
Nel semestre appena trascorso gli operatori del settore ortofrutticolo si sono confermati protagonisti della scena economica, continuando a rifornire i punti di vendita e garantendo, con ottimi risultati, la salute ed il reddito dei propri dipendenti e delle loro famiglie. La capacità di adattamento e la resilienza dei nostri produttori, operatori commerciali e trasformatori, hanno consentito di far fronte a situazioni di mercato particolari e difficoltà logistiche sempre presenti. Non è bastato infatti il dover rinunciare ad interi canali distributivi come l’Horeca, che finalmente nelle ultime settimane si sta rimettendo in moto, ma chi si occupa di commercio internazionale, come gran parte degli associati Fruitimprese, sta facendo i conti con l’esplosione del costo nei noli e la carenza di container che si prevede durerà almeno fino alla fine dell’anno. Si tratta di una speculazione senza precedenti da parte delle compagnie di navigazione che godono di una singolare immunità dalle normative antitrust, garantita dalla UE fino al 2024.
La Brexit, per fortuna non è stata traumatica come si poteva immaginare. In questo contesto, infatti, il buon senso ha prevalso e l’entrata in vigore dei progressivi livelli di controllo delle merci sono stati molto diluiti nel tempo, ne vedremo gli effetti a partire dal 2022, quando gli operatori e le autorità di controllo, ci auguriamo, saranno pronti.
In Italia abbiamo assistito ad un cambio di Governo in piena pandemia, con un nuovo Presidente del Consiglio di alto spessore che ha dato una netta accelerazione alla campagna vaccinale e si prepara a dare seguito al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma che, purtroppo, al pari dell’Esecutivo precedente, ha dimenticato il nostro settore, che non ha potuto godere, come invece accaduto ad altri, degli aiuti previsti dai vari Decreti rilancio e ristori che si sono susseguiti.

La bilancia commerciale del primo trimestre 2021
Nel primo trimestre 2021 è ripartito l’export di frutta fresca con un +8% in volume e +15% in valore, bene le mele ed i kiwi, ma soprattutto le pere che riprendono oltre il 50% del volume perduto, restando però sensibilmente al di sotto dei dati 2019. Gli altri prodotti registrano tutti un confortante aumento delle quantità esportate che in complesso vale un +8% in volume e +9% in valore, i dati sono positivi anche rispetto al primo trimestre di un anno pre-covid come il 2019 con un +2,7% in volume e +16,6% in valore, segnale che, nonostante tutto, la ortofrutta italiana continua ad essere apprezzata al di fuori dei nostri confini. Per il futuro auspichiamo che il disgelo Biden-Putin porti in tempi ragionevoli all’eliminazione del bando all’export dei prodotti freschi italiani che dura ormai da 7 anni, ribadendo ancora una volta l’importanza dell’apertura dei nuovi mercati ai prodotti italiani, condizione necessaria per lo sviluppo del settore ortofrutticolo nei prossimi anni.

Cosa succede a Bruxelles e Strasburgo
Negli ultimi due anni si è assistito ad un dibattito sempre più vivo sui temi della sostenibilità in ambito europeo e, tra le varie iniziative proposte, la strategia Farm to Fork è quella che riguarderà più da vicino il nostro settore. Gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea, seppur non ancora vincolanti, sono molto ambiziosi, soprattutto in termini di riduzione degli input chimici in agricoltura, con target che arrivano al meno 50% per gli agrofarmaci e una diminuzione dei fertilizzanti pari al 20% entro il 2030
A questo proposito occorre fare una riflessione sugli aspetti positivi che le politiche europee del Green Deal e della Farm to Fork possono apportare al settore ortofrutticolo, soprattutto se confrontati con gli svantaggi che interesseranno invece altri settori dell’agro-alimentare come, ad esempio, la zootecnia, il vino e le bevande alcoliche. A differenza di questi ultimi, infatti, nella strategia ‘dal produttore al consumatore’ viene incentivato il consumo di frutta e verdura e il passaggio a diete basate prevalentemente su proteine vegetali a beneficio della salute umana e dell’ambiente.
Inoltre, le strategie europee hanno avuto il merito di riaprire il dibattito sulle cd. “New Genomic Techniques” (Ngt), su cui la Commissione europea ha recentemente pubblicato uno studio. Il documento dimostra che le nuove tecniche genomiche possono contribuire a un sistema alimentare più sostenibile nel quadro degli obiettivi fissati dal Green deal europeo. Sono certo che le nostre aziende saranno all’altezza della sfida ambientale, dal momento che sono state pioniere nell’attuazione dei metodi di difesa integrata e che, da diversi anni, investono in ricerca e innovazione. Ritengo infatti che l’Unione Europea, nell’attesa che la ricerca faccia il suo corso in materia di molecole alternative e nuove tecniche, debba promuovere e rafforzare la difesa integrata, creando un apposito quadro legislativo e regolamentare.

In Italia voglia di ripartenza ma la natura non collabora
Nel nostro Paese spira un vento di ottimismo, il Governo Draghi, che sicuramente rappresenta una garanzia di professionalità e competenza e le sempre più ottimistiche previsioni sulla crescita del Pil, fanno sperare per il meglio. Se le ingenti somme stanziate dalla UE e destinate al Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno utilizzate correttamente, l’Italia potrebbe uscire dal Covid-19 nella posizione che gli compete nell’economia mondiale. Nei mesi scorsi Fruitimprese ha collaborato alla stesura del Piano, con suggerimenti sulla logistica dei porti, la digitalizzazione delle imprese agricole e della logistica e lo sviluppo del trasporto intermodale, temi peraltro confermati nel recente studio di Nomisma sulla redditività dei produttori ortofrutticoli che individua proprio nel gap infrastrutturale di porti e intermodalità due dei fattori principali che ci portano a soccombere nel confronto con altri competitor come la Spagna.
Purtroppo, sappiamo che non è solo un problema infrastrutturale, come diciamo da molti anni a questa parte, i nostri operatori sono costretti a competere sui mercati internazionali con concorrenti di Paesi come appunto la Spagna e la Grecia dove il costo del lavoro è notevolmente inferiore. La novità in questo campo è che anche la Germania si è adeguata, con una politica aggressiva di attrazione degli operai agricoli comunitari che garantisce loro uno stipendio più alto ed alle aziende agricole un sistema tipo voucher con costi certi e molto competitivi.
Non mancano neanche le nuvole all’orizzonte, le gelate primaverili hanno decimato le produzioni estive, ma anche e soprattutto messo in ginocchio alcune di quelle autunnali come pere e kiwi. Nel 2021 molti produttori, se non adeguatamente salvaguardati, saranno obbligati a guardare ad altre coltivazioni più remunerative e meno rischiose, come i piccoli frutti e la frutta secca che stanno sostituendo produzioni un tempo storiche come pesche e nettarine.
Questo tipo di eventi eccezionali, con i quali, a detta degli scienziati, dovremo imparare a convivere, dovrebbe indurci a fare delle scelte come quelle di investire sulla ricerca di nuove varietà e sistemi sempre più sofisticati di salvaguardia delle colture e magari unire gli sforzi, implementando nuove forme di aggregazione.
Parlando di aggregazione non possiamo tralasciare sicuramente quella più importante che abbiamo nel nostro settore, l’Organismo interprofessionale, che riparte con un nuovo Consiglio di amministrazione ed un nuovo presidente. Ci auguriamo che in questo ambito si possa trovare una sintesi su alcune questioni importanti, come quello delle certificazioni agricole, di prodotto e di gestione del personale. Occorre concordare un unico sistema di certificazione accettato da tutte le catene distributive e riconoscibile anche a livello internazionale.

Cosa ci attende
Ci aspettano dei mesi molto impegnativi, il 1° Novembre 2021 entrerà in vigore la nuova normativa sulle pratiche sleali a cui stiamo dando il nostro contributo sin dai primi passi. Paolo De Castro ha dato un’impronta chiara alla direttiva, spetta ora al nostro Governo emanare una norma di recepimento che sappia anche andare oltre, rendendola più aderente alla realtà italiana e cercando di riequilibrare il potere contrattuale delle parti in campo. Nessuno sente il bisogno di nuovi obblighi burocratici, in questo senso già quelli previsti dall’art. 62 sono più che sufficienti, il settore ha bisogno di scadenze certe, ma soprattutto chiediamo che le cosiddette “pratiche sleali grigie”, quelle che sono vietate solamente se non concordate dalle parti, vengano punite in ogni caso, o almeno ne venga limitato l’uso fissando limiti temporali e quantitativi.
Capitolo imballaggi. La plastic tax è stata solamente rinviata e dovrebbe (tranne auspicabili ripensamenti governativi) entrare in vigore dal prossimo anno. Si tratta di una gabella molto pesante per un settore come il nostro che non è riuscito a trovare alternative valide e che promette di essere particolarmente complicata per chi importa, ma anche per chi, giustamente, dovrebbe esserne esentato per gli imballaggi che invia all’estero. Le prime uscite dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che si occuperà di riscuoterla, non sono confortanti. Ci troveremo probabilmente ad elogiare il Conai, che ha sempre affrontato l’argomento con grande professionalità e spirito di collaborazione, in particolare nei confronti della nostra associazione. Proprio dal Conai, che ha recentemente dimezzato il contributo ambientale sulla carta, è venuto recentemente un aiuto agli associati di Fruitimprese nella comprensione della normativa sull’etichettatura ambientale degli imballaggi che è stata rinviata al 2022 e che rappresenta sicuramente un passo deciso verso la corretta informazione dei consumatori sulla raccolta differenziata. 
Al termine dell’assemblea, il presidente Marco Salvi ha ringraziato per la fiducia confermata,  auspicando al più presto la ripresa delle iniziative associative in presenza.

Fonte: Ufficio stampa Fruitimprese